Le stazioni

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Stazione di OSIDDA

Ferrovia Chilivani - Tirso

di Luigi Prato & Gavino Nurra

Descrizione del sito

La stazione di Osidda era posta poco oltre l’incrocio della S. S. 128 bis con la strada secondaria che portava al centro abitato del paese, distante 8 chilometri dalla ferrovia. All’area ferroviaria si accedeva dalla strada attraverso un apposito ingresso, oggi chiuso e completamente circondato dalla fitta vegetazione. Il fabbricato viaggiatori era affiancato sul lato nord dal piano caricatore con relativa tettoia, mentre a breve distanza dal lato sud sorgeva la casa cantoniera doppia n° 3. Lungo il tratto proveniente da Buddusò, la stazione era preceduta prima dal viadotto a cinque luci citato sulle carte IGM (segnalazione del Sig. Gian Piero Mongiu di Pattada) con la denominazione “Corra Chervina” (“corna di cervo”, in sardo), tuttora ben conservato, e poi dal casello 25 bis (diroccato), entrambi ben visibili dalla carreggiata stradale. Sia il fabbricato viaggiatori che la vicina cantoniera, a loro volta, sono purtroppo ormai ridotti a ruderi a causa dell’usura del tempo e del saccheggio a opera dei soliti vandali.

Dati tecnici

  • Situazione del sito: rimangono il fabbricato passeggeri (con un frammento di muro della tettoia presso il piano caricatore) e la casa cantoniera doppia; entrambi gli edifici sono pressoché distrutti e di essi rimangono solo le pareti esterne e quelle divisorie interne.
  • Centri abitati serviti: Osidda
  • Altitudine: 581 metri s.l.m.
  • Distanza da Chilivani: km 37
  • Distanza da Tirso: km 42
  • Numero binari in stazione: 2 per il servizio viaggiatori, più il tronchino per il piano caricatore e un altro tronchino che terminava davanti alla casa cantoniera doppia sul lato opposto della piazzola
  • Accessibilità: non accessibile
  • Parcheggio auto: inesistente
  • Trasporti pubblici per i centri abitati: nessuno
  • Notizie su Osidda - Di antiche origini, come dimostra la presenza di diversi nuraghi e del villaggio di Seris, Osidda divenne nota in epoca romana con il nome di Ogrilla. Ai nostri giorni, accanto alla produzione di formaggi, salumi, pane e dolci tipici, nonché alla lavorazione artigianale di arazzi e tappeti sardi, Osidda vanta una fiorente attività turistica grazie alle numerose strutture ricettive (affittacamere, Bed and Breakfast, agriturismo), che offrono interessanti opportunità agli appassionati del turismo rurale.

Le immagini

Planimetria della stazione

Stazione di Osidda: il fabbricato viaggiatori (l'edificio a destra), con la cantoniera N. 3, visti dalla S. S. 128 bis. In origine, la casa cantoniera era designata quale alloggio sorveglianti (A.S.) come si può notare nella planimetria

Altra immagine del fabbricato viaggiatori con la casa cantoniera sul lato verso Benetutti

Il fabbricato viaggiatori della stazione di Osidda nel 1979, visto dal lato adiacente al piano caricatore; sullo sfondo è ben visibile la casa cantoniera doppia n° 3 (archivio Salvatore Fiori per gentile concessione)

Il fabbricato viaggiatori della stazione di Osidda come si presentava dal lato opposto, con la targa OSIDDA ancora leggibile; il piccolo edificio crollato era forse quello delle ritirate (archivio Salvatore Fiori per gentile concessione)

Primo piano della facciata del fabbricato viaggiatori della stazione di Osidda che dava sul piazzale interno; a sinistra della foto, tra le erbacce si intravedevano ancora sulla massicciata i binari provenienti dalla stazione di Buddusò  (archivio Salvatore Fiori per gentile concessione)

La cantoniera doppia n° 3, con il tetto già crollato e gli ingressi rivolti verso il piano binari (archivio Salvatore Fiori per gentile concessione)

Il casello N. 25 bis al km 41,906 da Tirso, che precedeva l'arrivo in stazione sul tratto da Buddusò

Primo piano del casello N. 25 bis

Il viadotto di "Corra Cherbina" a 5 luci su cui transitavano i treni provenienti dalla stazione di Buddusò

Un casello (si tratta forse del n° 24 al km 38,999 da Tirso) sul tratto che scendeva in direzione della stazione di Benetutti-Nule

Il viadotto di Corra Cherbina in un’immagine ripresa dal Sig. Salvatore Sechi, il quale ci segnala che l’opera d’arte fu concepita dall’ing. Ferruccio Ferrero delle SFSS (Foto Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Riproduzione di una vecchia immagine d’epoca del viadotto di “Corra Cherbina”, al tempo ancora privo dei parapetti metallici lungo le fiancate

Altra antica foto del viadotto di "Corra Cherbina" con le cinque arcate ben evidenti, la cui realizzazione fu completata nel 1890 come rivela la targa apposta sul lato rivolto verso la S. S. 128 bis (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Una bella inquadratura dal basso del viadotto di “Corra Cherbina” in un’altra foto d’epoca (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

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