Le linee ferroviarie

LA FERROVIA VOGHERA - VARZI

di Massimo Mora

35 anni è durata la storia di questa ferrovia, chiusa nel 1966 per ragioni poco chiare. Non si poteva, infatti, considerare un "ramo secco", attraversando diversi centri abitati e afferendo ad essa diversi raccordi merci.

Nell'articolo che segue la storia, le ragioni e le immagini di questa ferrovia e di quanto ne resta.

Indice

La linea nel tratto fra Voghera e Godiasco in una vecchia mappa IGM

La linea nel tratto fra Godiasco e Varzi in una vecchia mappa IGM

LA STORIA

Fin di primi anni del 1900 si cominciò a pensare ad un collegamento ferroviario transappenninico tra la pianura padana e Genova, passando da Varzi e Bobbio, ma la prima guerra mondiale fece decadere ogni progetto. In quel periodo era già esistente una linea tramviaria a vapore tra Voghera e Rivanazzano, poi sostituita da un servizio di corriere che si spingeva fino a Varzi con proseguimento a Bobbio utilizzando la statale appena costruita.

Si incominciò a riparlare di una ferrovia nel 1923, un’epoca di grande fermento per i trasporti ferroviari; si pensava che questo avrebbe contribuito allo sviluppo industriale della zona, considerando che Voghera era il nodo ferroviario più importante all’epoca in Nord Italia. Due anni dopo la FVV (società anonima per la Ferrovia Voghera Varzi) ottenne la concessione per la prima tratta fino a Varzi di quella che doveva essere la Voghera-Genova (mai costruita). Alcune lungaggini rinviarono l’inizio dei lavori alla fine del 1928 e la linea fu completata 3 anni dopo, con inaugurazione il giorno di Natale e inizio del servizio il 27 dicembre 1931. La linea, a scartamento ordinario, fu progettata con criteri moderni per l’epoca, elettrificata completamente, compresi i raccordi, in corrente continua a 3000 Volt e con un parco di materiale mobile molto efficiente, costituito da 2 locomotive elettriche (classificate 51 e 52), 3 elettromotrici (classificate 21, 22 e 23), 5 carrozze pilota (classificate 31, 32, 33, 34 e 35) e 32 carri merci; in seguito il materiale rotabile ebbe delle integrazioni (in particolare l'elettromotrice 22 originaria, distrutta in un bombardamento aereo il 25 settembre 1944, venne sostituita da una nuova Breda nel 1957). La ferrovia era dotata anche di alcuni raccordi: uno con le FS a Voghera, uno a Godiasco con il deposito carburanti dell’esercito ed uno a Varzi con l’industria Zincor, tutti elettrificati. La ferrovia portò effettivamente uno sviluppo in tutta la Valle Staffora, consentendo il miglioramento dei trasporti e l’incremento del turismo, soprattutto verso le zone termali.

Agli inizi degli anni 60, la FAA (società Ferrovia Adriatico Appennino) che era subentrata nel 1940 alla società fondatrice, stilò un programma di ammodernamento ormai necessario dopo 30 anni di servizio, ma contemporaneamente stava iniziando la motorizzazione di massa che contribuiva a sottrarre utenza alle ferrovie in genere. Così dopo qualche tempo la mannaia del ministro di turno si abbatté su diverse linee ormai considerati “rami secchi”, tra le quali la Voghera-Varzi, che venne ufficialmente soppressa il 31 luglio 1966 e sostituita dal 1 agosto con un autoservizio che dura tuttora. In poco tempo la palificazione venne smantellata sull’intera tratta, mentre rimasero i binari solo nella tratta Godiasco-Voghera, ad uso nel deposito carburante militare gestito dall’esercito con proprie locomotive diesel, anche se in realtà ben pochi furono i servizi effettuati. Negli anni 90, alla chiusura del deposito, in breve anche i restanti binari vennero rimossi e questo decretò la vera fine della linea.

Per cercare di conservare la memoria di questa ferrovia, ho percorso principalmente a piedi e dove possibile quasi tutta la ex sede ferroviaria, documentando con fotografie parte di ciò che attualmente rimane. Durante le varie camminate ho avuto modo di riflettere sulla ottusità di chi ha deciso la soppressione di questa e di altre bellissime linee ferroviarie, in nome di una motorizzazione di massa che a distanza di anni si sta ritorcendo contro noi stessi. Nel caso particolare della FVV, l’assurdità è ancora più evidente, poiché, a differenza di altre linee dove le stazioni erano ubicate lontano dai centri abitati e quindi non agevoli, in questo caso tutte le stazioni (tranne quella di Torrazza Coste posta a 1,5 Km dal paese) erano inserite nel contesto urbano e quindi comodissime per l’utenza. Si aggiunga che la SS 461, che doveva essere potenziata e migliorata dopo la chiusura della linea, è rimasta praticamente invariata e deve ora sopportare punte di traffico che a volte diventano insostenibili, come ben sa chi deve rientrare verso Voghera dopo una gita a Varzi o al passo del Penice. Inoltre a Varzi esistono ancora industrie pesanti, anche se molto meno attive rispetto al passato, e durante la settimana sono moltissimi i camion che svolgono servizio di trasporto, contribuendo all’aumento del traffico; possibile che nessuno abbia mai pensato a suo tempo di riconvertire la linea in servizio misto passeggeri e merci con scalo a Voghera ad uso delle industrie varzesi?

Il raccordo allora esistente tra FVV e FS a Voghera, il medesimo scartamento e la vicinanza con le grandi città potevano agevolare enormemente il turismo, soprattutto eno-gastronomico e termale che sono la vocazione della valle Staffora, come avviene oggi per esempio sulla Genova-Casella, sui trenini verdi della Sardegna o sui vari treni turistici gestiti da associazioni private. Invece, tranne qualche voce sporadica, nessuno si impegnò più di tanto per salvare la ferrovia. Se infine si pensa che di fatto gli ultimi binari sono stati rimossi pochi anni fa, senza che nessuno muovesse un dito, lo sconforto è ancora maggiore.

Orario della linea nel 1938

IL FUTURO

Diversi sono i progetti per trasformare parte del percorso in pista ciclabile o greenway mentre nessun progetto serio è stato finora presentato per il ripristino della ferrovia in questione.

Orario della linea nel 1954

DATI TECNICI

Lunghezza 32 km circa
Situazione attuale linea dismessa
Numero binari uno
Trazione elettrica 3000 V cc
Scartamento ordinario
Esercizio Dirigenza Unica (sede Voghera)
Stazioni intermedie 7
Fermate intermedie 6
Pendenza massima 18 per mille
Raccordi 5 (Voghera con alcune industrie, Torrazza Coste con Fornaci Bettaglio, Rivanazzano con deposito legnami, Godiasco con Deposito Carburanti Esercito, ditta di legnami e sottostazione elettrica, Varzi con stabilimento di lamiere industriali)
Province Pavia
Connessioni
  • a Voghera: era presente una connessione con la stazione delle ferrovie dello stato ove sono le linee per Alessandria, Genova, Torino, Pavia.

IMMAGINI DELLA FERROVIA

Cliccando sul nome nella tabella che segue è possibile accedere alle schede.

La stazione di Voghera
La fermata di Torrazza Coste
La stazione di Codevilla
La stazione di Retorbido
La stazione di Rivanazzano
La stazione di Salice Terme
La stazione di Godiasco
La stazione di Ponte Nizza
La stazione di Bagnaria
La fermata di Ponte Crenna
La stazione di Varzi

STESURA E AGGIORNAMENTI

Articolo pubblicato il 8 novembre 2009.

Aggiornamento del 13 marzo 2010: inserito l'orario 1938 e alcune cartoline d'epoca (Salice, Godiasco e Varzi)

 

Per informazioni e contatti: info@lestradeferrate.it