Le linee ferroviarie |
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LA FERROVIA DITTAINO - PIAZZA ARMERINA - CALTAGIRONE di Ruggero Russo |
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Nata nei primi anni del novecento, questa linea a scartamento ridotto ebbe la sua importanza per collegare zone minerarie ed il centro di Piazza Armerina con il resto della rete ferroviaria. Ma come la restante rete a scartamento ridotto della Sicilia finì ingloriosamente il suo esercizio alla fine degli anni '60. Indice |
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Planimetria della linea |
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I primi progetti di questa linea a scartamento ridotto (950 mm) risalgono ai primi anni del Novecento, nati dalla necessità di collegare l’importante area mineraria di Floristella e Grottacalda (EN), nonché il popoloso centro di Piazza Armerina con l’asse Palermo – Catania. Il capolinea venne individuato nella stazione di Assoro che, dal 1918, contestualmente all’apertura del prolungamento verso nord fino a Leonforte (che, nel progetto originale, avrebbe dovuto proseguire fino a Nicosia), muterà il nome in Dittàino. Il primo tronco, fino a Valguarnera Caropepe, venne inaugurato il 25 aprile 1912. Negli anni seguenti, il tracciato raggiunse Grottacalda (29 agosto 1914) ed, infine, Piazza Armerina (7 settembre 1920). Solo in un secondo momento si decise di prolungare il tracciato fino a Caltagirone, altro grosso centro industriale, già servito dalla Catania – Gela. La Dittaino – Caltagirone venne definitivamente completata solamente il 28 ottobre 1931, raggiungendo uno sviluppo massimo di 71+150 km. L’esercizio, svolto con vaporiere R370, si rivelò ben problematico fin dai primi anni, per via di un tracciato estremamente tortuoso (erano anche presenti due tratti a cremagliera Strub, nei quali il tracciato raggiungeva la sua pendenza massima, pari al 75 per 1000), che rendeva assai lenti i collegamenti; sia per le caratteristiche franose del terreno, che era causa di non pochi incidenti e fonti di costose attività di ripristino. Dal 1949 entrarono in servizio le automotrici RALn 60, che però portarono benefici alquanto modesti, tanto che i traffici rimasero molto modesti. Il declino dell’attività estrattiva nelle miniere di zolfo portò, inevitabilmente, anche al declino della linea in questione; certamente velocizzato da un armamento troppo vetusto e decisamente inadeguato. Già una frana dal 1955 costringeva a lunghi trasbordi nella tratta fra Piazza Armerina e Caltagirone. Il 1 febbraio 1968 venne chiuso il tratto tra Piazza Armerina e Caltagirone, mentre l'11 luglio 1971 la linea venne definitivamente soppressa sull’intera tratta. |
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L'orario della linea nel 1938 |
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Partendo dalla stazione di Dittaino, cui non corrisponde alcun centro abitato, si attraversava ripetutamente il torrente Mulinello per poi affrontare due tratti in cremagliera (dal km 8+858 al km 11+990; e dal km 12+424 al km 13+738). Superata Valguarnera, il tracciato lambiva la zona mineraria di Grottacalda e Floristella ed attraversava il bosco Bellia prima di giungere a Piazza Armerina, dove era posto il deposito centralizzato. Da qui la linea proseguiva per Caltagirone (CT), passando per i piccoli centri di Mirabella Imbaccari e S. Michele di Ganzaria. Particolare era anche il sistema di tariffazione che era legato non al chilometraggio effettivo (circa 71 km) ma al chilometraggio virtuale (circa 81 km) che teneva conto del grado di difficoltà del tracciato a cremagliera. Questo l’elenco completo delle stazioni (S) e delle fermate (F) presenti sul percorso, con le relative progressiva chilometriche reali e virtuali:
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L'orario della linea nel 1955 |
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La ferrovia è
stata interamente disarmata dopo tempo dalla sua dismissione, ma le sue
tracce sono ancora ben visibili per lunghi tratti. Le stazioni sono ancora
quasi tutte esistenti ed in condizioni assai variabili: quelle che sono
state riconvertite ad altri usi di pubblica utilità si presentano
perfettamente restaurate ed in ottime condizioni (come quella di S. Michele
di G.), stessa sorte per quelle privatizzate e che oggi sono diventate bar o
ristoranti (Ronza). Ma si tratta di eccezioni: la maggior parte di esse sono
in assoluto stato di abbandono, alcune sono ridotte a un rudere. Anche
viadotti e gallerie presentano alterne condizioni: buone o quanto meno
discrete nel caso vengano ancor oggi utilizzati (strade campestri), chiuse
e/o crollate nei tratti in completo abbandono. |
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L'orario della linea nel 1961 |
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SULLE TRACCE DELLA "A' PIDUCCHIUSA"
"A’
Piducchiusa" era il nomignolo affettuoso che le popolazioni del luogo
avevano affibbiato a questa linea ferroviaria. |
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L'orario dell'autoservizio nel 1969 |
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Di seguito vengono riportate alcune immagini scattate lungo la linea con le relative schede. |
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I dati storici e tecnici di questa linea ferroviaria sono reperibili online su molti siti internet. Ad integrazione, mi sono avvalso delle seguenti opere cartacee:
Si ringraziano Giuseppe Santangelo per le segnalazioni e Pier Angelo Marchese. Nota: abbiamo controllato scrupolosamente il testo e le foto, ma se dovessero risultare inesattezze o fonti errate, preghiamo i nostri lettori di comunicarcelo a info@lestradeferrate.it |
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Per informazioni e contatti: info@lestradeferrate.it |