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Le
linee ferroviarie |
UNA FERROVIA MAI NATA: LA CANICATTI' - RIESI
di Ruggero Russo |
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Doveva essere una linea
progettata per collegare tramite ferrovia il complesso minerario di
Trabia e Tallarita alla rete esistente. Ma la linea non venne mai
realizzata, soprattutto per i tempi lunghissimi di realizzazione.
Così, di questo collegamento, restano ancora le stazioni, i caselli,
i viadotti e le gallerie che mai hanno visto un binario posarsi
presso di essi...
Indice
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Visualizza Canicattì - Riesi in una mappa di dimensioni maggiori
Planimetria dei punti della
linea ove sono state scattate le foto |
STORIA DELLA LINEA
Non sono molte le informazioni relative a
questa ferrovia, mai completata e, conseguentemente, mai entrata in
attività.
Come successe per la quasi totalità delle linee siciliane secondarie a
scartamento ridotto, fu l’attività mineraria a fare l’impulso alla
progettazione e costruzione di questa ferrovia: in questo caso, si avvertì
la necessità di collegare con la rete ferrata l’imponente complesso
minerario di Trabia e di Tallarita, sito tra i comuni di Riesi e Sommatino (CL).
Per dare un’idea delle dimensioni di questo complesso industriale, nella sua
fase di massima attività, Trabia – Tallarita dava lavoro a quasi 1300
persone, vi era dotato una stazione dei carabinieri, un Ufficio Postale,
spacci alimentari ed una cappella dedicata a S. Barbara.
Nel 1904, la miniera venne dotata di una funivia, lunga 9800 metri, per il
trasporto del materiale fino alla stazione ferroviaria di Ravanusa. Ma tale
mezzo, poco pratico e molto dispendioso, si rivelò ben presto insufficiente.
Uno dei capolinea della realizzanda ferrovia venne individuato nella
cittadina di Canicattì, popoloso centro agricolo dell’agrigentino, già
servita dalla linea a scartamento ordinario Palermo – Agrigento.
I lavori iniziarono nei primi anni Venti, con un sensibile ritardo rispetto
alle esigenze industriali dell’epoca, e proseguirono con esasperante
lentezza, dovuta anche alla non facile conformazione del territorio ed ai
notevoli dislivelli da superare.
Nel progetto iniziale, la linea, partendo da Canicattì, attraversati gli
abitati di Delia e Sommatino, lambito il complesso minerario Trabia –
Tallarita, prevedeva quale punto d’arrivo la stazione di Riesi. La
lunghezza delle tratte in questione doveva essere di 20+400 km fra Canicattì
e Sommatino, e di 21+075 fra Sommatino e Riesi. Solo in
seguito, quando si progettò di prolungare la ‘ridotta’ Dittaino – Piazza
Armerina fino a Caltagirone (che raggiunse nel 1930), si ipotizzò di
estendere la Canicattì – Riesi fino a S. Michele di Ganzaria (CT), dopo aver
toccato gli abitati di Mazzarino e S. Cono, e da lì fino a Caltagirone per
una lunghezza ulteriore di 51 km.
Queste seconda tratta, però, rimase solamente sulla carta e non se ne fece
nulla.
Invece, vennero interamente realizzate, seppur con tempistiche bibliche, le
infrastrutture da Canicattì a Riesi (stazioni, caselli, viadotti, gallerie,
etc.). Oltre alle oggettive difficoltà tecniche, a complicare ulteriormente
la situazione ci si misero anche la grande crisi del ’29 (che colpì
duramente anche l’attività estrattiva) e – soprattutto - lo scoppio della
Seconda Guerra Mondiale.
Terminato il conflitto bellico, nonostante il ritardo dei lavori, nonostante
il fisiologico declino dell’industria mineraria, e nonostante gran parte
delle ‘ridotte’ già costruite e funzionanti fossero già in difficoltà a
causa della concorrenza del trasporto su gomma, i cantieri sulla Canicattì –
Riesi tornarono in attività.
Ma si trattò di un fuoco di paglia: divenuta ormai mai evidente l’inutilità
di questa linea, a fronte di un’attività estrattiva in continua diminuzione
(che cessò definitivamente nel 1975), nei primi anni Cinquanta si decise di
interrompere definitivamente i lavori, ancor prima che venissero posati i
binari.
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Prima galleria da Riesi |
Interno della galleria |
Cantoniera presso Riesi |
Ingresso galleria elicoidale
lato Riesi |
Interno galleria elicoidale
lato Riesi |
Accesso alla galleria
elicoidale |
Primo viadotto dopo la
galleria elicoidale |
Lo stesso viadotto con
l'ingresso ad una galleria |
IL PERCORSO DELLA LINEA
Lasciata la stazione di
Canicattì, la linea proseguiva parallelamente per qualche centinaio di
metri, in direzione sud, allo scartamento ordinario per Agrigento (nonché
allo scartamento ridotto per Bivio Margonia, dismesso nel 1958), prima di
compiere una decisa inversione a U verso sinistra, lambendo la periferia
sud-ovest del paese. Dopo pochi chilometri, il tracciato piegava verso est,
correndo sostanzialmente parallelo alla strada asfaltata per Delia. Giunto
in prossimità del centro abitato, il tracciato voltava verso nord,
circumnavigando Delia in senso orario, fino a giungere all’omonima stazione,
tutt’oggi esistente e posta nella periferia est dell’abitato.
Il successivo tratto fino a Sommatino, benché sostanzialmente pianeggiante,
era più tortuoso, attraversando le campagne e rimanendo sempre ben più a
nord della strada provinciale.
Superata la stazione di Sommatino, anch’essa ancora esistente e posta alla
periferia sud est del paese e ben visibile dal corso principale, iniziava la
parte più interessante della tratta, che fa di questa mai nata ferrovia un
capolavoro di ingegneria: per discendere, dal pianoro su cui sorge Sommatino,
la valle del fiume Salso dov’è situata la miniera Trabia – Tallarita, il
tracciato compiva un’ampia ansa verso ovest, con amplissimo utilizzo di
ponti e viadotti per superare le asperità del terreno. Superato il fiume
Salso con un imponente viadotto (oggi crollato), si oltrepassava la stazione
di Trabia e si risaliva nuovamente verso Riesi, ancora una volta con ampio
utilizzo di arditi viadotti e brevi gallerie. L’ultimo ‘strappo’ altimetrico
verso Riesi veniva compiuto tramite un’elicoidale parzialmente in galleria,
che conduceva al capolinea della ferrovia.
Curiosamente, la tratta da Canicattì a Sommatino venne progettata a
scartamento ridotto, mentre le gallerie sulla Sommatino – Riesi hanno la
sagoma dello scartamento ordinario, ciò probabilmente in previsione di una
interconnessione con la Catania – Gela, anch’essa a scartamento ordinario.
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Secondo viadotto dopo la
galleria elicoidale |
Terzo viadotto |
Ancora il terzo viadotto |
Il terzo viadotto e alcune
gallerie |
Ancora il terzo viadotto e
alcune gallerie |
Altra galleria |
Il fabbricato della stazione
di Trabia |
Il complesso minerario di
Trabia |
LA FERROVIA OGGI
Nonostante il passare del tempo, sono ancora
molte – ed assai significative – le tracce di questa ferrovia, soprattutto
tra Sommatino e Riesi. In questa porzione di tracciato, lungo poco più di 20 km, sono presenti non meno di 35 opere di ingegneria, tra gallerie,
viadotti, stazioni e cantoniere. Tali opere, disseminate in un contesto
agricolo aspro e sostanzialmente disabitato, rendono i luoghi molto
suggestivi e particolarmente ricchi di fascino.
Ma procediamo per ordine: non mi è chiaro se la stazione di Canicattì dello
scartamento ridotto fosse accorpata alla stazione oggi esistente dello
scartamento ordinario, o se si trattasse di due edifici distinti. Dallo
stato odierno dei luoghi, propenderei per la seconda soluzione (più
precisamente, presumo che il capolinea della ridotta fosse posto poco più a
sud della stazione principale), ma si tratta di una mia semplice
supposizione. Unica testimonianza della ferrovia che ho trovato è un bel
viadotto in curva, ben visibile da via Diaz.
Tra Canicattì e Delia il tracciato è quasi interamente sparito, cancellato
dall’urbanizzazione o inglobato nei campi coltivati. Nell’abitato di Delia
la stazione è facilmente rintracciabile, per quanto in totale stato di
abbandono (esiste anche una significativa Via Stazione).
Il seguente tratto fino a Sommatino è interamente esistente, attraversa C.da
Grasta e C.da Mercato Bianco; la prima parte sterrata, la seconda asfaltata.
Anche la stazione di Sommatino è ancora esistente, facilmente visibile
all’altezza dell’intersezione tra le vie Berlinguer e Dalla Chiesa, in
evidente stato di degrado, ma comunque adibita a magazzino da privati.
In generale, la tratta da Canicattì fino a Sommatino è di interesse assai
modesto, sostanzialmente priva di spunti interessanti.
Proseguendo verso Riesi, invece, molte opere d’arte si possono scorgere
percorrendo la SS 190 (in particolare, gran parte dei viadotti e delle
gallerie più prossimi a Sommatino), così come l’imponente miniera di Trabia.
Superata la galleria Palladio, sulla destra è ancora possibile vedere i
resti di un viadotto crollato. La galleria elicoidale, certamente l’elemento
più significativo dell’intera tratta, non è facilmente individuabile,
essendo i due accessi seminascosti dalla vegetazione, sul versante sud-ovest
del Monte Stornello, assolutamente disabitato. Ci si arriva solo da Riesi,
dopo aver percorso l’ultimo tratto del sedime, oggi utilizzato come strada
campestre e complessivamente in buone condizioni.
Ho avuto modo di visionare personalmente solo l’ingresso superiore della
galleria (lato Riesi), cui si accede – necessariamente a piedi – dopo aver
scavalcato un tratto di versante parzialmente franato. Per quanto l’esterno
si presenti ancora in ottime condizioni, mi risulta che la galleria (lunga
circa 1200 metri), sia interrotta da una frana. Considerata la lunghezza e la
totale desolazione dei luoghi, prudenza e buon senso sconsigliano di
avventurarsi all’interno, specie da soli.
Molto suggestivo il fregio che appare sul lato superiore dell’accesso alla
galleria, che riporta la scritta “XI E.F.”(undicesimo anno del calendario
fascista), una sorta di ‘certificato anagrafico’ di questa interessantissima
testimonianza di archeologia industriale e ferroviaria.
Ritornando verso Riesi, il sedime termina in prossimità dell’estrema
periferia sud del paese, in corrispondenza dell’odierna via Salso. Le ultime
poche centinaia di metri del tracciato (oggi completamente cancellate
dall’urbanizzazione) proseguivano verso via Malan, dove è ubicata la
stazione terminale, in buone condizioni ed abitata da privati. |
Ruderi del complesso minerario
di Trabia |
Impianti della funivia di
Trabia |
Ancora gli impianti della
miniera di Trabia |
Pozzi del complesso di
Tallarita |
Edifici del complesso di
Tallarita |
Altre gallerie della linea
(11) |
Viadotto ancora percorribile
(7) |
Una cantoniera lungo la linea |
RINGRAZIAMENTI E FONTI
Le informazioni storiche del presente
scritto sono state tratte da vari siti internet liberamente accessibili,
sommariamente integrate dall’Enciclopedia Ogliari ‘Dilettoso Viaggio’.
Le foto sono state tutte realizzate da me, durante una serie di sopralluoghi
svolti nell’agosto del 2008 e del 2009. La ricostruzione del tracciato è
avvenuta tramite sopralluoghi personali, GoogleMaps e mappe dell’Istituto
Geografico Militare.
Un particolare ringraziamento dal dott. Roberto Rovelli dell’Associazione
Greenways, che mi ha gentilmente fornito preziosi informazioni su questa
tratta.
Nota: abbiamo controllato
scrupolosamente il testo e le foto, ma se dovessero risultare inesattezze o
fonti errate, preghiamo i nostri lettori di comunicarcelo a
info@lestradeferrate.it
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Altri viadotti della linea (8
e 9) |
Altri viadotti della linea (8
e 9) |
Tratto in trincea |
Galleria (14) |
Interno della galleria |
Fabbricato della stazione
Sommatino |
Casello-fermata tra Sommatino
e Delia |
STESURA E AGGIORNAMENTI
Articolo pubblicato il 30 aprile
2011.
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Per
informazioni e contatti:
info@lestradeferrate.it
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