Le linee ferroviarie

LA FERROVIA MACOMER - BOSA

di Luigi Prato, Marco Fiori e Salvatore Fiori

La ferrovia Macomer - Bosa è una delle prime linee a scartamento ridotto realizzate in Sardegna; fu ultimata infatti nel dicembre 1888 quale parte di un più lungo collegamento destinato a congiungere il Nuorese ed il Màrghine alla Planàrgia, con l’importante snodo ferroviario di Macomer quale punto di passaggio e di unione. Dopo essere miracolosamente scampata alla triste sorte toccata alle altre linee secondarie sarde chiuse al traffico tra il 1956 ed il 1974 (che furono poi stoltamente lasciate alla mercé dei vandali e smantellate), la ferrovia ha conosciuto una seconda giovinezza con la conversione in percorso turistico. Attualmente essa costituisce una delle tratte di maggior interesse panoramico del Trenino Verde, per l’eccezionale varietà del paesaggio che dalle sommità brumose dell’altopiano di Campeda degrada progressivamente, con andamento sempre più tortuoso tra campi coltivati e vigneti, fino all’assolata costa centro-occidentale della Sardegna.

Indice

Planimetria della linea con il tratto conclusivo tra Bosa Marina e Bosa, ora soppresso

STORIA DELLA LINEA

Le vicende di questa ferrovia si intrecciano con quelle della Macomer - Nuoro, al punto che per taluni poteva parlarsi di un’unica lunga linea. Effettivamente la Macomer - Bosa fu progettata dalla società delle Strade Ferrate Secondarie della Sardegna (SFSS) per collegare la cittadina marittima di Bosa e gli altri centri minori della Planargia con Macomer, dove era possibile cambiare e salire sulle coincidenze della Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde dirette a Cagliari, Sassari e Chilivani. Da Macomer, la ferrovia a scartamento ridotto sarebbe poi proseguita in direzione di Nuoro attraversando l’area della Catena del Marghine.

Realizzata con grande rapidità nel 1888 sotto la direzione dell’Ing. Alfredo Cottrau, la ferrovia, la cui lunghezza originaria era di 47+347 chilometri, fu inaugurata il 26 dicembre del medesimo anno. I primi convogli, trainati dalle consuete locomotive Winterthur (di cui la n° 10 “Bosa” fu sottoposta a prova pochi giorni prima della data di apertura ufficiale della linea all’esercizio), percorrevano il tragitto in circa tre ore e mezza; nel 1918 vi erano 2 coppie di corse al giorno con servizio di I e III classe del rispettivo costo di lire 3,45 e lire 2,05.

In data 25 maggio 1915, come ricorda il Sig. Salvatore Fiori, che ha compiuto nel corso di vari decenni accurate ricerche documentarie e perlustrazioni sulla linea, furono intrapresi alcuni rilevanti lavori di rettifica del tracciato originario, mediante l’apertura al servizio della variante dalla progressiva al km 44+960.33 e la realizzazione della stazione di Bosa Marina con il vicino casello al quale fu attribuito il numero 32, precedentemente assegnato al casello successivo sul percorso verso Bosa che così divenne il numero 33, mentre la lunghezza della sede fino all’asse estremo del capolinea di Bosa fu portata a km 48+250.

Nel 1921 la linea passò sotto la gestione delle Ferrovie Complementari della Sardegna (FCS) e fu compresa tra le tratte assegnate al compartimento di Macomer che, nella seconda metà degli anni ’30, dispose dei primi locomotori a trazione diesel in grado, grazie alle loro prestazioni superiori, di accorciare sensibilmente i tempi di percorrenza.

Durante la seconda guerra mondiale, la linea subì interruzioni a causa dei pesanti bombardamenti che danneggiarono sia il capolinea di Macomer che la vicina stazione delle Ferrovie Reali, ragion per cui a conclusione del conflitto si resero necessari numerosi lavori di ripristino e rifacimento sia dei fabbricati che dell’armamento. Nella prima metà degli anni ’50 sulla linea non si segnalarono sviluppi di rilievo; il materiale rotabile rimaneva in gran parte quello antiquato dell’anteguerra ed i tempi di percorrenza restavano suppergiù gli stessi dei primi del secolo con evidente disagio per i viaggiatori; nel 1956, accanto alle vecchie Winterthur, le motrici più efficienti del compartimento di Macomer rimanevano le tre Emmine tipo M1 del 1934, oltre alle Littorine Fiat modello ABDm 40 a doppia trazione entrate in servizio a partire dal 1937. Si dovette così attendere il 1958 per registrare l’introduzione dei nuovi locomotori diesel LDe serie 600, con motori in origine Isotta Fraschini e successivamente Breda, ai quali poco dopo furono affiancati i modelli ADe capaci di ridurre in misura consistente la durata del viaggio.

Nel periodo compreso tra il 1960 ed il 1980 la ferrovia riuscì incredibilmente a sopravvivere alla ottusa politica contro i “rami secchi” (che portò alla chiusura di numerose tratte in Italia), nonostante la motorizzazione diffusa avesse contribuito a ridurre il già esiguo bacino di utenza della linea, non certo tra le più frequentate in Sardegna. Tuttavia, in data 15 giugno 1981 fu disposta, malgrado le proteste degli abitanti dei centri serviti dalla linea, la chiusura del tratto tra la stazione di Tresnuraghes e quella di Bosa e la sostituzione con un servizio di autolinee delle FCS, mentre il collegamento tra Macomer e Tresnuraghes (come segnala il Sig. Max Giani di Milano, autore di un filmato molto interessante sulla dismessa stazione di Bosa di cui si può prendere visione all’indirizzo Web http://www.youtube.com/watch?v=T7dSKmlW1BM) fu solo provvisoriamente chiuso al fine di ammodernare l’ormai logoro armamento e riaperto al traffico nel 1982.

Dopo che nel 1989 le Ferrovie della Sardegna (FdS) subentrarono alle FCS (in séguito alla fusione di queste ultime con le SFS), il giorno 28 maggio 1995 (segnalazione del Sig. Salvatore Di Martino) la ferrovia è stata riaperta con l’inaugurazione di un treno speciale guidato dalla locomotiva Breda FCS n° 5 “Sulcis”. Successivamente, a partire dal 16 giugno 1997 la linea è stata destinata al servizio di trasporto turistico sui percorsi  del Trenino Verde assieme alle tratte Sassari - Tempio Pausania, Tempio Pausania - Palau, Isili - Sorgono e Mandas – Arbatax; per la sua riqualificazione le FdS si sono potute giovare del contributo stanziato dalla Comunità Europea accanto al sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Ente Sardo Industrie Turistiche (ESIT). Si è voluto con tale meritoria iniziativa, che ha impedito il ripetersi della disastrosa vicenda delle altre linee secondarie sarde abbandonate all’incuria ed ai saccheggiatori, fornire una risposta adeguata alla crescente attenzione per il turismo ferroviario; un modo nuovo di conoscere ed apprezzare le straordinarie bellezze paesaggistiche della Sardegna.

L'orario della linea nel 1894 (per gentile concessione di Salvatore Fiori)

L’orario della linea datato 15 maggio 1933, con 2 coppie di corse; dopo il 1928, la stazione di Tinnura era stata rinominata stazione di Suni (Collezione Prof. Luigi Cabras - per gentile concessione)

Gli orari della linea nel 1955 (a sinistra) e nel 1963 (a destra)

L’orario del 30 maggio 1965, con 7 corse su automotrice ADe e 1 su treno leggero (locomotore LDe più carrozza viaggiatori) in partenza da Macomer e 6 corse su automotrice  oltre a 2 su treno leggero in partenza da Bosa (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Locomotore diesel LDe, in servizio sulle linee secondarie sarde, recante sulla fiancata la sigla FCS (per gentile concessione della Direzione FdS di Sassari)

IL PERCORSO DELLA LINEA

La linea parte dalla stazione di Macomer, dove tuttora transitano i convogli delle FdS da e per Nuoro. Il binario diretto a Bosa procede in direzione nord ovest, attraversando dapprima la Strada Statale 129 bis posta all’ingresso nord di Macomer e successivamente il viadotto noto come “Ponti di Bosa” sopra il quale corre la tratta delle FS collegante Chilivani a Cagliari. La linea quindi procede con andamento quasi parallelo alla Strada Statale 129 bis toccando dopo un breve tratto la fermata di Bara, da cui ha inizio il lungo tragitto che degrada progressivamente verso la costa. Dopo aver superato la semplice fermata presso l'abbazia di Santa Maria di Corte, la ferrovia entra nella stazione di Sindia, posta nella zona sud del centro abitato, poi, superata quest’ultima, continua in direzione ovest fino al passaggio a livello presso il ponte di Furrighesu, dove i percorsi si invertono, con la ferrovia che procede a nord e la S. S. 129 bis a sud. Dopo un breve tratto di circa 3 chilometri, la strada ferrata si riporta a sud allontanandosi progressivamente dalla carrozzabile, quindi tocca la stazione di Tinnura posta poco fuori a est del paese. La ferrovia prosegue con andamento tortuoso attraversando per tre volte la strada sui rispettivi passaggi a livello, varcato l’ultimo dei quali giunge alla stazione di Tresnuraghes/Magomadas/Cùglieri che dal 1981 costituiva il nuovo capolinea della ferrovia dopo la chiusura del tratto finale fino a Bosa.

La ferrovia, dopo un tratto in direzione sud, ritorna a procedere verso nord con continui giri e rigiri avvicinandosi progressivamente alla costa; si percorre il tragitto che offre la maggior veduta panoramica, con la vista che si affaccia verso capo Marargiu a nord e il promontorio di Torre Columbargia a sud. Superata la fermata di Nigolosu, il treno affronta l’ardua Curva di Nanio (a quanto pare, chiamata così dal cognome dell’ingegnere che la progettò) che si presenta in posizione alta ed a picco sul mare, poi la ferrovia si inoltra in un’area collinare contrassegnata da terreni coltivati e ordinati filari di vigneti. Si arriva così alla stazione di Mòdolo, piccolo e grazioso paese rinomato per la produzione della Malvasia, eccellente vino ottenuto da uve bianche dell’omonimo vitigno, assai apprezzato in tutta la Sardegna nelle sue diverse tipologie: dal secco al semisecco, all’abboccato, fino alla varietà spumante. La ferrovia prosegue in un tratto pianeggiante, in prossimità della spiaggia ciottolosa di Turas, poi compie una curva repentina e continua ad avanzare con andamento parallelo alla costa a breve distanza dal mare, quindi giunge al termine del viaggio entrando nella stazione di Bosa Marina, situata in un’area a est del centro cittadino ed a 3 chilometri di distanza da quest’ultimo.


L'orario della linea turistica in vigore per il 2011

 

Carrozza Bauchiero del modello a terrazzini aperti, in uso sulle linee turistiche delle FdS (Per gentile concessione della Direzione FdS di Sassari)

Carrozza Bauchiero chiusa in uso sulle linee FCS, fotografata nella stazione di Seui sulla linea turistica Mandas - Arbatax (Foto Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

ELENCO FABBRICATI E PROGRESSIVE CHILOMETRICHE

(Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

 

Stazione FdS di Macomer km 0+000.00
Casello 1 km 1+109.77
Casello 2 km 2+635.28
Casello 3 km 3+847.32
Fermata di Bara (Casello 4) km 5+470.71
Casello 5 km 6+542.68
Casello 6 km 8+349.77
Casello 7 km 9+489.33
Casello 8 km 10+320.33
Casello 9 km 12+190.45
Casello 9 bis km 13+222.00
Stazione di Sindia km 13+318.63
Casello 10 km 13+679.13
Casello 11 km 15+050.47
Casello 12 km 16+349.36
Casello 13 km 17+894.85
Casello 14 km 19+505.10
Casello 15 km 20+582.23
Casello 16 km 22+404.49
Casello 17 km 23+624.24
Stazione di Tinnura km 24+511.82
Casello 18 km 24+612.76
Casello 19 km 26+290.11
Casello 20 km 27+838.28
Casello 20 bis km 28+350.00
Stazione di Tresnuraghes/Magomadas/Cuglieri km 28+374.08
Casello 21 km 29+040.94
Casello 22 km 30+256.85
Casello 23 km 31+747.40
Casello 24 km 33+551.65
Casello 25 km 35+172.56
Casello 26 km 36+006.99
Fermata di Nigolosu km 36+577.93
Galleria Delitala km 37+393.50
Casello 27 km 38+063.12
Casello 28 km 39+736.05
Casello 29 km 40+760.29
Stazione di Mòdolo km 41+462.00
Casello 30 km 41+722.23
Casello 31 km 44+025.44
Stazione di Bosa Marina km 45+885.00
Casello 32 km 46+032.30
Casello 33* km 47+434.70
Stazione di Bosa km 48+105.18

 

*Nota: il casello 33 oggi non è più presente, in quanto fu demolito nei primi anni ’70 allo scopo di far spazio alla realizzazione dell’attuale strada di collegamento fra Bosa e Bosa Marina.

Disegno della sezione della locomotiva Winterthur n° 10 “Bosa”, tratto dal libretto di servizio originale (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

LO STATO ATTUALE DELLA LINEA

La ferrovia, dopo la conversione in tratta turistica, mantiene il percorso originario quale si presentava nel 1981, prima della chiusura del tratto tra Tresnuraghes e Bosa. L’unica differenza sta nel fatto che il capolinea è stato spostato a Bosa Marina, in quanto non si è potuto mantenere aperto il tratto finale di circa 3 chilometri a causa del verificarsi di fenomeni di cedimento del terreno su cui correvano i binari, che hanno compromesso la stabilità della ferrovia lungo la parte conclusiva del percorso. Del dismesso collegamento rimangono oggi solo alcuni brevi spezzoni armati, mentre l’area ferroviaria di Bosa Centro è stata asfaltata e convertita in zona di transito e parcheggio delle autocorriere ARST-FdS del servizio sostitutivo su strada.

Biglietto d’epoca del tragitto tra la stazione di Bosa Marina e quella di Bosa (Per gentile concessione della Direzione FdS di Sassari)

Copertina del libretto di servizio della locomotiva Winterthur n° 10 “Bosa” delle SFSS (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

IL FUTURO DELLA LINEA

Al momento non si hanno notizie riguardo nuovi possibili sviluppi futuri della linea. Recentemente, tuttavia, la Regione Autonoma della Sardegna ha approvato una delibera con la quale si autorizza «la costituzione del gruppo di lavoro incaricato di redigere il dossier» e la somma di 300.000 euro ai fini dell’avanzamento della richiesta finalizzata ad ottenere il riconoscimento, da parte dell’UNESCO, del Trenino Verde quale patrimonio dell’umanità. L’On. Liliana Lorettu, Assessore regionale ai Trasporti ha avviato le pratiche per il riconoscimento ed i primi risultati sono attesi per il gennaio 2012. Se l’iniziativa dovesse decollare, come è auspicabile, si prevede l’erogazione di un contributo pari a 12.000.000 di euro da impiegare per il materiale rotabile sulle linee turistiche sarde, tra cui la Macomer - Bosa Marina. Saranno messi a disposizione delle FdS 2 nuovi treni panoramici; inoltre si procederà al recupero di 4 locomotive a vapore, 2 carrozze storiche d’epoca, 3 locomotori diesel degli anni ’50, 2 vetture degli anni ’30 ed un carro bagagli. Non rimane da parte nostra che confidare in un sollecito passaggio dalle parole ai fatti.

Pagina del libretto originale della locomotiva Winterthur n° 10 “Bosa”, in cui è annotata la corsa di prova della medesima effettuata nei giorni 18 e 19 dicembre 1888, una settimana prima dell’apertura al servizio della linea Macomer - Bosa; un documento eccezionale ed unico, di incommensurabile valore storico! (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

DATI TECNICI

Situazione della linea in servizio come tratta turistica stagionale Stazioni e fermate
  • km 0,0 Macomer FdS 571 metri s.l.m.
  • km 5,5 F.ta Bara 537 metri s.l.m.
  • km 13,4 Sindia 510 metri s.l.m.
  • km 24,5 Tinnura 327 metri s.l.m.
  • km 28,4 Tresnuraghes/Magomadas/Cùglieri 263 metri s.l.m.
  • km 36,6 F.ta Nigolosu 172 metri s.l.m.
  • km 41,5 Mòdolo 64 metri s.l.m.
  • km 45,9 Bosa Marina 3 metri s.l.m.
  • km 48,1 Bosa (solo autobus) 3 metri s.l.m.
     
Lunghezza 45,9 km
Numero binari 1
Trazione diesel
Scartamento ridotto (950 mm)
Armamento binari da 36 kg/m
Esercizio dirigenza unica
Altitudine massima 571 metri s.l.m. (Macomer)
Altitudine minima 3 metri s.l.m. (Bosa Marina)
Pendenza massima 27 per mille
Fermate intermedie 6
Province attraversate Nuoro - Oristano
Interconnesioni a Macomer: linea Macomer - Nuoro (in servizio)

Modello originale della obliteratrice per biglietti ferroviari, in uso presso le stazioni delle SFSS. A destra è con la cartuccia contenente i caratteri per la stampigliatura dei biglietti (Archivio Salvatore Fiori, per gentile concessione)

IMMAGINI DELLA FERROVIA

Di seguito vengono riportate le schede di ciascun sito rilevante della ferrovia con notizie e documentazioni, nonché immagini d'epoca e attuali.

La stazione di Macomer
Tra Macomer e Sindia
La stazione di Sindia
La stazione di Tinnura
La stazione di Tresnuraghes-Magomadas-Cuglieri
La fermata di Nigolosu
Galleria Delitala
La casa cantoniera N.27 (di Salvatore Fiori)
Il Casello 27 nel diorama di Salvatore Fiori
La stazione di Modolo
La stazione di Bosa Marina
La stazione di Bosa
La famiglia Sechi, una vita dedicata alle ferrovie

Locomotore diesel LDe numero 601, attualmente in servizio presso il compartimento di Macomer delle FdS

RINGRAZIAMENTI E FONTI

Si ringrazia la Direzione di Sassari delle Ferrovie della Sardegna per la concessione delle foto d'epoca e per il materiale fornito. Si ringrazia altresì:

  • Salvatore Sechi

  • Salvatore Di Martino

  • Max Giani

  • Pier Angelo Marchese.

Nota: abbiamo controllato scrupolosamente il testo e le foto, ma se dovessero risultare inesattezze o fonti errate, preghiamo i nostri lettori di comunicarcelo a info@lestradeferrate.it

STESURA E AGGIORNAMENTI

  • Articolo pubblicato il 28 agosto 2011.

  • Aggiornato il 22 ottobre 2011 con l'aggiunta di nuove foto (Macomer - Tra Macomer e Sindia - Galleria Delitala)

  • Aggiornato il 2 gennaio 2012 con l'aggiunta di nuove foto (Tinnura - Tresnuraghes)

  • Aggiornato il 10 marzo 2012 con l'aggiunta di alcune foto di Salvatore Di Martino

  • Aggiornato il 6 luglio 2013 con l'aggiunta di nuove foto di Salvatore Sechi e della sezione sulla famiglia Sechi

  • Aggiornato il 5 gennaio 2014 con l'aggiunta di nuove foto di Salvatore Sechi e Luigi Prato

  • Aggiornato il 21 giugno 2014, il 19 ottobre 2014, il 15 marzo 2015 ed il 15 maggio 2016 con l'aggiunta di nuove foto di Salvatore Sechi

 

Per informazioni e contatti: info@lestradeferrate.it