Le linee ferroviarie |
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LA FERROVIA PISA - TIRRENIA - LIVORNO |
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C'era una volta il "trammino" come lo chiamavano a Pisa o il "trenino" come lo chiamavano a Livorno. Era la vivace linea ferroviaria che collegava i due capoluoghi toscani via litoranea attraverso Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone. Inaugurata nel 1932, semidistrutta dalla seconda guerra mondiale e poi ricostruita, chiusa troppo frettolosamente nel 1960, la ferrovia ha lasciato un vuoto incolmabile e da tempo se ne richiede la riattivazione. In questo articolo ne ricostruiamo la storia, le tappe fondamentali e ne ripercorriamo il tracciato con quanto ne rimane ancora oggi. |
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Indice |
Visualizza La ferrovia Pisa Tirrenia Livorno in una mappa di dimensioni maggiori |
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La storia di questa linea ha inizio nel 1891 quando era già in servizio la tramvia Pisa – Pontedera, gestita dalla Società Italiana per le Ferrovie Economiche e Tramvie a Vapore della Provincia di Pisa, più brevemente conosciuta con la sigla PPC (Pisa Pontedera Calci) dal nome delle principali località attraversate da tale tramvia. In considerazione del successo che tale collegamento ebbe, se ne progettò il prolungamento da Pisa al mare. I lavori vennero eseguiti celermente e così il 18 giugno 1892 venne aperta al pubblico la tramvia Pisa – Marina. La linea ebbe da subito una buona frequentazione grazie anche allo sviluppo dell'abitato di Marina di Pisa. La linea era lunga circa 13 km e giungeva al capolinea di Marina, nei pressi di Piazza Sardegna, dopo aver toccato alcune fermate (San Giovanni al Gatano, San Pietro a Grado, Ponte delle Cascine, Bufalotti, Arnovecchio, Fortino, Rotonda, Pineta e Gorgona). Lungo la linea erano presenti due raccordi: uno al capolinea di Pisa che consentiva di raggiungere le banchine del Canale dei Navicelli conosciute come "Scali del Sale"; l'altro nei pressi di Marina con lo stabilimento aeronautico CMASA. Notevole era il viadotto metallico di Porta a Mare, lungo oltre 700 metri, che consentiva di scavalcare la ferrovia Pisa-Genova con notevole pendenza.
Il particolare viadotto metallico, lungo 700 metri, su cui correva la primitiva linea tramviaria Pisa-Marina: il viadotto consentiva di scavalcare la ferrovia Pisa-Genova partendo dalla stazione di Pisa e raggiungendo Via Livornese
Riguardo ai
rotabili sia le elettromotrici che le rimorchiate vennero costruite dalla
Carminati & Toselli come parte meccanica e dalla TIBB (Tecnomasio Italiano
Brown Boveri) come parte elettrica: in totale vennero immesse in servizio un
locomotore elettrico (LEDz 201), 4 elettromotrici (AEz da 401 a 404) e 6
rimorchiate (Bz da 1401 a 1406).
Il 26 agosto 1935 anche l'ultimo tratto fra Calambrone e Livorno Barriera Margherita venne inaugurato. La linea risultava in totale lunga km. 32+645. Da Calambrone attraversava il canale dei Navicelli con un ponte girevole (ove era anche una fermata) per costeggiare poi i binari delle FS nel sito di "Bivio Calambrone" ove avveniva l'interscambio fra le due linee e dove era ubicata un'altra fermata. A seguire la linea scavalcava la raffineria STANIC con un lungo viadotto a 15 arcate, oltre il quale era un'altra fermata, per poi giungere alla stazione di Livorno Barriera Garibaldi. Infine la linea percorreva i viali di Livorno per giungere alla stazione capolinea di Livorno Barriera Margherita, proprio di fronte all'Accademia navale. Poco prima della stazione era un raccordo con deposito ed officine.
L'orario della linea nel 1938
La ferrovia ebbe subito un grande successo tanto che il traffico viaggiatori crebbe rapidamente, ma le spese per la costruzione dell'ultimo tratto erano state ingenti tanto che la STEFET si ritrovò in grosse difficoltà economiche: così a fine 1936 la società si avviò ad un concordato fallimentare e cambiò la denominazione in SAIET (Società Anonima Imprese e Trasporti). Nel 1937 venne acquistata un'automotrice diesel Fiat (ANz 601) che però finì ben presto sulla tramvia Pisa - Pontedera. La buona frequentazione della linea andò avanti fino all'approssimarsi della seconda guerra mondiale: purtroppo dalla fine del 1942 i danni alla linea crebbero al punto che il 31 agosto 1943 essa cessò di funzionare.
I danni furono ingenti nel primo tratto fra Pisa e Marina tanto che il ripristino si rivelò lungo e complicato, complice anche i nuovi guai finanziari in cui si ritrovò la società che gestiva la ferrovia. La tratta fra Marina di Pisa e Bivio Calambrone risultava invece quasi integra, tanto che nell'autunno del 1944 essa venne requisita dai militari alleati che installarono nella pineta di Tombolo un grosso deposito logistico. Per il trasporto di merci e materiali, gli alleati requisirono la linea ferroviaria facendo transitare i convogli dalla linea FS attraverso Bivio Calambrone fino a Marina di Pisa. Poco prima di Marina, nei pressi della fermata Lido, venne realizzato un raccordo ferroviario che raggiungeva l'area del deposito ove erano sistemati diversi piani caricatori. Per tali trasporti vennero utilizzati locomotive diesel americane che poi vennero riportate in patria, mentre diversi carri merci rimasero sulla linea. Nell'autunno del 1946, il deposito venne abbandonato e la linea ferroviaria ritornò disponibile. Nel frattempo l'11 luglio 1946 era stato ripristinato anche il tratto Pisa – Marina, ma solo con trazione a vapore o diesel. Il 2 gennaio del 1948 la tratta Pisa-Marina ritornò all'elettrificazione, successivamente estesa fino a Calambrone nel luglio dello stesso anno. Restava invece interrotta la tratta fra Calambrone e Livorno Barriera Margherita anche a causa delle opposizioni dei cittadini livornesi che non vedevano di buon occhio il transito della ferrovia nel centro cittadino. Fino al 1951 i treni utilizzarono il raccordo esistente a Calambrone con le FS per raggiungere la stazione di Livorno Centrale. Successivamente il servizio ferroviario ritornò ad essere limitato a Calambrone e da qui sostituito con un servizio di autobus che raggiungeva il centro di Livorno a causa del mancato rinnovo della concessione da parte delle FS.
L'orario della linea nel 1943, prima dell'interruzione per i danni della guerra (a sinistra), e nel 1952, con l'autoservizio sostitutivo da Calambrone a Livorno (a destra)
L'ultimo orario ferroviario della linea nel 1959 (in alto) e quello dell'autoservizio sostitutivo del 1963 (in basso): anche se sulla carta i tempi di percorrenza erano grosso modo identici, nella realtà il bus impiegava spesso tempi più lunghi, soprattutto nel periodo estivo
Numerose
furono le proteste dei viaggiatori contro la chiusura, proteste che si
levarono ancora più forti nel periodo estivo quando l'autoservizio
sostitutivo si rivelava del tutto inadeguato sia in termini di capacità che
di tempi di percorrenza. Ma nessun ripensamento venne attuato. Anzi, il
materiale rotabile che per circa due anni era rimasto accantonato nella
stazione di Pisa, nel novembre 1962 venne mestamente trasferito alla SACFEM
di Arezzo per la sua riqualificazione: sei rotabili vennero trasformati in
tre convogli (ognuno composto da una automotrice ed una rimorchiata) e
venduti alla SEPSA di
Napoli prima ed alla ferrovia Benevento-Cancello poi dove hanno concluso la
propria carriera. Anche il locomotore elettrico LEDz 201 venne venduto alla
SEPSA di Napoli dove tuttora esiste ancora ma demotorizzato e trasformato in
carro attrezzi CA1. L'elettromotrice AEz 403 venne invece venduta alla MUA (oggi FCU) di Perugia
ed oggi è presso il deposito rotabili storici di Bologna della CSFT
(Comitato Storia Ferrovie e Tramvie) dove è anche la locomotiva a vapore n.
3 della linea tramviaria. |
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La locomotiva n. 3 della
vecchia tramvia a vapore Pisa-Marina (utilizzata anche per la tramvia
Pisa-Pontedera). Conosciuta col nome di "Dante Alighieri", è stata
preservata dal Comitato Storia Ferrovie e Tramvie (CSFT) di Bologna ed è
l'unico rotabile sopravvissuto della vecchia tramvia. Risalente al 1883, è
attualmente uno dei rotabili ferroviari più antichi ancora funzionante. |
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La linea partiva dalla
stazione terminale di Pisa Sant'Antonio, nell'attuale Via Silvio Pellico.
Uscita dalla stazione di Pisa la linea attraversava le mura cittadine
nell'area del Bastione Stampace, attraversando l'attuale Via Porta a Mare,
oltre la quale imboccava un tratto in discesa che conduceva in Via Conte
Fazio ove sottopassava la ferrovia Pisa-Genova, tenendosi parallela alla
strada. Si portava poi alle spalle dell'asilo sociale della Saint-Gobain,
oggi scuola materna "Beltrami", per raggiungere la Via Livornese che seguiva
fino ad attraversare il canale dei Navicelli, oltre il quale la ferrovia
iniziava la tratta in sede propria.
Uscita dalla stazione di
Tirrenia, la linea proseguiva parallelamente alla costa. Al km 18+886 era
una fermata a richiesta denominata "Vannini" presso una cantoniera al
passaggio a livello sul Vione Vannini. La linea lasciava poi il territorio
di Tirrenia per inoltrarsi in quello di Calambrone. Si incontravano due
fermate realizzate a servizio delle colonie estive realizzate fra gli anni
trenta e quaranta del secolo scorso. La prima fermata era denominata
"Colonia Vittorio Emanuele III". La seconda fermata, al km 20+521, era
denominata "Colonia Villa Rosa Maltoni". Al km 21+283 si raggiungeva la
stazione di Calambrone. |
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La stazione terminale di Livorno Barriera Margherita in una cartolina d'epoca |
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Sono ormai passati oltre 50 anni dalla chiusura della linea ferroviaria, ma una parte del tracciato si è mantenuto ancora sgombro da sovrastrutture e, come testimoniano anche le foto dell'articolo, persino le rotaie fanno ancora capolino tra la vegetazione. I problemi più grossi riguardano invece i tratti urbani dei due capoluoghi, in particolare Livorno. Ecco perchè il ripristino di questa ferrovia, richiesta da più parti, risulterebbe difficile a meno di varianti nei due capoluoghi. L'alternativa, proposta anche in diversi progetti, potrebbe essere spostare il capolinea di Pisa nella sua stazione centrale FS, mentre a Livorno far proseguire la linea da Calambrone attraverso la linea FS fino a Livorno Centrale. A sostegno della rinascita del "trammino" o "trenino" sono anche sorti diversi comitati di cittadini. Al momento, però, nessun progetto è stato reso esecutivo. |
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La stazione di Marina di Pisa in una cartolina d'epoca |
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Il percorso della linea nei pressi di Porta a Mare a Pisa, come si presenta oggi: sono ancora presenti i pali di sostegno della catenaria |
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Di seguito vengono riportate le schede di ciascun sito rilevante della ferrovia con notizie e documentazioni, nonché immagini d'epoca e attuali. |
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La stazione di Pisa come si presenta oggi |
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Per la stesura del presente articolo si ringrazia:
E' stato anche consultato il recente libro di Fabio Vasarelli "Il trammino. Passato, presente e futuro della ferrovia del litorale pisano" Editrice ETS, Pisa, 2012. Nota: abbiamo controllato scrupolosamente il testo e le foto, ma se dovessero risultare inesattezze o fonti errate, preghiamo i nostri lettori di comunicarcelo a info@lestradeferrate.it |
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Per informazioni e contatti: info@lestradeferrate.it |