Le caratteristiche del gruppo
625 Le locomotive a
vapore del gruppo 625 FS sono macchine a vapore destinate ad impiego
misto merci/viaggiatori su linee acclivi, prodotte per conto delle
Ferrovie dello Stato all'inizio del XX secolo. Venivano soprannominate
Signorine, per la linea aggraziata e le dimensioni compatte, oltre che
per il fatto che all'inserimento in curva "sculettassero". Hanno avuto
grande diffusione sulle linee secondarie, specie per i servizi
passeggeri locali. Si tratta di una evoluzione del gruppo 600, un
veicolo molto apprezzato per il passo rigido molto corto e per la
flessibilità data dall'innovazione del carrello italiano, che permetteva
di ridurre i danni all'armatura della linea in curva grazie alla
possibilità di ruotare e traslare lateralmente di 40 mm. Le 625 nacquero
dal bisogno delle neonate Ferrovie dello Stato di ottenere in tempi
brevi delle macchine multiruolo e il più possibile standardizzate, per
cui la soluzione ovvia fu quella di creare un progetto basandosi su
veicoli preesistenti: il lavoro venne commissionato all'Ufficio Studi
della Rete, che decise di adottare una soluzione a vapore surriscaldato
in loco della soluzione a vapore saturo tradizionale, portando ad un
incremento netto della potenza del 15%. Venne mantenuta la scelta della
distribuzione Walshaerts. Da queste logiche nacquero molte delle
principali macchine italiane, le Gr740 (nate dalle Gr730), Gr640 (dalle
Gr630), Gr880 (dalle Gr875).
Entrate in servizio nel 1910, prima del 1914 e dello scoppio della Prima
guerra mondiale vennero prodotte in 108 esemplari, marcati con numeri
progressivi da 62501 a 62608 secondo lo schema di numerazione
dell'epoca. In seguito la numerazione venne convertita nel formato
Gr625.001-108. Di manifattura tedesca (erano costruite dalle Officine
Shwartzkopf di Berlino), la produzione venne fermata per via della
guerra. Dopo la conclusione delle ostilità, altri 80 esemplari vennero
consegnati, in parte come riparazione dei danni di guerra, nel 1922. Il
primo modello di tender era un imponente cassa a carrelli da 22 metri
cubi, decisamente sovradimensionato per le necessità della macchina.
Rimossi dal servizio, vennero sostituiti con dei tender a tre assi da
16,5 metri cubi, mentre i vecchi tender vennero assegnati alle più esose
Gr680. Questa scelta però portò a problemi, dovuti all'instabilità del
tender a tre assi durante la marcia a ritroso; il tender a carrelli
venne dunque ripristinato sulle linee dove non c'era la possibilità di
effettuare la giratura delle macchine al capolinea. Dal 1929 al 1933 153
locomotive Gr600 vennero modificate con l'installazione del sistema di
distribuzione Caprotti e di un surriscaldatore, e convertite a 625. Per
queste macchine venne mantenuta la numerazione originale, aumentata di
300. Le vecchie Gr600, come ormai tutte le macchine a vapore saturo,
erano divenute obsolete con l'adozione del vapore surriscaldato, e la
loro conversione era necessaria per colmare il periodo di tempo
necessario all'elettrificazione delle dorsali principali della rete in
vista dell'adozione della nuova trazione elettrica. Queste locomotive
mantennero un aspetto differente, dato che cabine e caldaie non furono
sostituite con quelle del gruppo 625 se non qualche anno dopo.
Nel 1952-1954 45 esemplari furono modificati, con l'installazione di una
coppia di preriscaldatori Fraco-Crosti, e vennero riqualificate come
Gruppo 623 e destinate alla Cremona-Lecco e alla Venezia-Verona.La
caldaia da 7.660 mm di lunghezza per 1.500 di diametro poteva sopportare
in condizioni operative 16 atmosfere di pressione per cm quadrato.
L'acqua era convogliata su 116 tubi bollitori da 45 mm, di 4 metri di
lunghezza, a sezione liscia, e il vapore generato era pai surriscaldato
in 21 tubi da 125mm di diametro interno. In un'ora la macchina poteva
sviluppare 6,5 tonnellate di vapore secco. Il vapore muoveva due
cilindri da 490 mm di diametro, con una corsa utile di 700 mm. Il camino
aveva diametro variabile tra 350 e 430 mm.
Il gruppo 623 venne accantonato negli anni sessanta, mentre numerose 625
rimasero in servizio su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto
sulla Cremona-bergamo-Lecco, l'area di Rimini, la Taranto-Catanzaro e
l'area di Campobasso. Il gruppo venne accantonato completamente nel 1976
(ma il ritiro era in corso dai primi anni settanta), rimanendo però a
disposizione per servizi d'emergenza, di recupero o di manovra. L'ultima
macchina di questo tipo (la n.100) è stata radiata nel 1998, ed è stata
restaurata dal gruppo Adriavapore per venire poi esposta presso Deposito
Mezzi Storici di Rimini. Una seconda unità preservata è la Gr625.308,
che dopo essere stata ritirata alla fine degli anni '60 e abbandonata a
Pescara è stata restaurata ed è oggi conservata a Pistoia insieme alle
gemelle 625.142 e 625.055. Nel 2005 è stata rimessa in funzione la
625.177 per l'effettuazione di treni storici in Lombardia. A Trento, sul
marciapiede che collega la stazione FS con la stazione della Ferrovia
Elettrica Trento Malè, è invece esposta la Gr625.011. La n. 017 effettua
treni storici nell'area umbro-laziale.
Testo tratto da Wikipedia |