Le linee ferroviarie |
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LA FERROVIA BARLETTA - SPINAZZOLA di Stefano Armanni e Rosario Serafino |
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La ferrovia Spinazzola - Barletta è una linea ricca di storia che attraversa la Puglia del Nord nella zona delle Murge ed unisce il neocapoluogo Barletta, sede di importante porto, con il paese di Spinazzola, dove incontra la linea Foggia - Rocchetta Sant'Antonio Lacedonia - Gioia del Colle. Pur avendo rischiato la chiusura più volte negli ultimi 25 anni, la linea gode oggi di buona salute grazie al fatto di essere utilizzata da un buon numero di viaggiatori. |
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Indice |
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Il primo progetto riguardante la Spinazzola - Barletta risale al 1871, a cura dell’ingegnere Sangiovanni. Esso prevedeva un collegamento fra Barletta ed un’altra ipotetica linea che da Rocchetta Santa Venere (attuale Rocchetta S.Antonio) sarebbe dovuta arrivare ad Altamura. La stazione di Barletta aveva già una sua importanza, situata sulla linea Foggia - Bari terminata qualche anno prima dalla Società per le Strade Ferrate Meridionali del neonato Stato Italiano, ma cominciata dal Regno delle Due Sicilie (che fu il primo Stato italiano ad avere una ferrovia, la famosa Napoli-Portici). Questo progetto ebbe un seguito solo nel 1888, anno nel quale fu accordata una convenzione a favore della Società Strade Ferrate Meridionali per la realizzazione delle due ferrovie, con una spesa prevista di 7.995.000 Lire. Nell’agosto del 1895 venne inaugurata la linea Barletta - Spinazzola: essa consentì il collegamento fra la linea litoranea Foggia - Bari e quella interna Foggia - Altamura. Sei erano le stazioni intermedie: Monte Altino (fermata), Canne (successivamente denominata "Casalonga"), Canosa di Puglia, Cefalicchio (fermata), Minervino Murge ed Acquatetta. La ferrovia visse tranquilla la sua vita quotidiana passando nel 1906 alle Ferrovie dello Stato. Alla fine degli anni '30 entrarono in scena le prime automotrici. Anche questa linea venne investita dalla Seconda Guerra Mondiale, che però non provocò eccessivi danni, tanto che già nel 1944, prima della fine del conflitto, la ferrovia risultava utilizzabile. Come tutte le altre linee fu danneggiata seriamente dal boom automobilistico che scoppiò negli anni ’50. Nel 1954 il casello “Canne Scavi”, ubicato presso l’omonimo sito archeologico venne trasformato in una fermata degna di questo nome con l’importante denominazione di “Canne della Battaglia”: con giornali e televisioni statali la linea venne alla ribalta nazionale e divenne la prima che avesse una fermata dentro un’area archeologica di importanza mondiale. Frotte di turisti scesero dalla littorina per visitare il sito, e fu istituito il “Comitato Pro Canne”, presieduto da archeologi e ex-ferrovieri che valorizzarono il posto. La stazione era ed è situata ai piedi di una collina, sopra la quale si gode un bellissimo paesaggio: da un parte i resti della terribile battaglia che sancì la sconfitta dei Romani contro i Cartaginesi, tra i quali un agglomerato urbano, una domus e l’Antiquarium, una ricca collezione dei reperti archeologici dalla Preistoria al Medioevo; dall’altra lo sguardo spazia dalla Valle d’Ofanto, dove si notano altri resti antichi, fino alla penisola garganica, passando per il Golfo di Manfredonia. Nel contempo la stazione che fino ad allora era stata chiamata "Canne", a tre chilometri circa dal casello, mutò il suo nome in "Casalonga". Nello stesso periodo venne ufficialmente aperta al traffico viaggiatori la fermata di "Paredano", ubicata nei pressi della Masseria omonima, poco lontano da Spinazzola. Gli anni sessanta sono anni di transizione per la linea, che venne investita da una nevicata nel 1962 che bloccò la circolazione delle ALn 772 e delle locomotive a vapore (usate per i rari treni merci). Nel 1965 si parlò di una prossima chiusura della linea, considerato il bilancio in deficit, ma vennero attuati solo una serie di correttivi eliminando alcune fermate ai treni, considerate improduttive. Dal 1976 per i servizi viaggiatori iniziarono ad essere utilizzate le più moderne ALn 668, che però non aumentarono l’utenza della ferrovia tanto che si iniziò a parlare di chiusura della linea. Il colpo di grazia alla linea sembrava dovesse venire dal ministro Signorile, il "killer dei binari", che incluse questa linea in quelle “assolutamente improduttive, senza possibilità di recupero” etichettate come “ramo secco”: il destino della ferrovia sembrava segnato, ma fortunatamente la chiusura venne sventata. Si provvide comunque ad una regolarizzazione della linea, sopprimendo le fermate e stazioni intermedie di Monte Altino, Casalonga, Cefalicchio, Acquatetta e Paredano per traffico ormai scarso se non inesistente, mentre le stazioni di Canosa di Puglia e Minervino Murge vennero trasformate in semplici stazioni disabilitate ed impresenziate. Nello stesso tempo si intervenne per regolarizzare il percorso eliminando tutti i binari superflui: furono pertanto lasciati i soli binari di incrocio nelle due stazioni di Canosa di Puglia e Minervino Murge. In tal modo anche i tempi di percorrenza totali diminuirono. A fine anni '80 il servizio viaggiatori fra Barletta e Spinazzola venne limitato ai giorni feriali con 9 coppie di convogli di cui solo due effettuavano anche la fermata a Canne. A metà del 1990 si ripropose l’ipotesi chiusura con le FS ormai decise in proposito, ma le vibranti proteste e scioperi degli abitanti dei paesi serviti ebbero successo inducendo le FS a tornare sui propri passi. Nel frattempo nei giorni festivi vennero introdotte due corse dirette fra Venosa, Spinazzola Città e Barletta affidate ad autobus. Nel 1999 si decise di chiudere la fermata di Canne della Battaglia, ma la chiusura durò solo qualche anno. Nel 2003, infatti, il Comitato Pro Canne aprì un piccolo ufficio informazioni proprio nei locali della fermata, per coloro che volevano visitare l’importante sito archeologico, soprattutto utilizzando la strada ferrata che ormai veniva denominata “Archeologica”. Fu così ripristinata la fermata di sei delle dieci coppie di treni circolanti. Nel 2004 per celebrare l’anniversario di apertura della stazione di Canne vennero svolte diverse manifestazioni, concentrate soprattutto nell’ultima settimana di agosto, che richiamarono oltre ad appassionati della storia antica, anche appassionati di ferrovie visto l'utilizzo di materiale rotabile d'epoca per treni straordinari come quello di fine agosto per realizzare il cosiddetto “Treno dell’Archeologia e dell’Ambiente”. Una volta giunti a Spinazzola, venne anche realizzata una cartolina a colori commemorativa del 110° anniversario della linea. Nel 2005 il numero di corse fu abbassato a dieci limitate ai soli giorni feriali di cui due effettuate con autobus. Nei giorni festivi si effettuavano solo due corse con autobus che non transitavano per Canne. Nell'estate 2007 si tornò nuovamente a parlare di chiusura della linea: per lavori ai binari della linea Rocchetta Sant'Antonio - Gioia del Colle, anche la linea Barletta - Spinazzola venne autosostituita con gravi disagi per gli utenti. Anche stavolta furono promosse petizioni e convegni per salvare la linea che, dopo alcuni mesi, riprese il servizio. Venne anche lanciata l'idea di istituire una nuova fermata all'Ospedale Mons. Dimiccoli di Barletta denominata "Tittadegna". Nel 2008 il servizio venne sospeso ed autosostituito nel mese di agosto: la conseguenza più grave fu che gli autobus non passarono per la stazioncina di Canne della Battaglia rendendo così impossibile ai turisti raggiungere l'area archeologica con mezzi pubblici. Dal 15 giugno 2009 venne istituita una nuova coppia di treni sulla linea, segnale di nuovo interesse per la linea. Nell'estate 2010 il servizio sostitutivo con autobus finalmente ha preso in considerazione anche la stazioncina di Canne della Battaglia, grazie alle continue pressioni del Comitato Pro Canne della Battaglia. |
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Planimetria della ferrovia con l'indicazione di tutte le stazioni e fermate esistenti o esistite |
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La linea parte dalla stazione di Barletta e dopo aver costeggiato per circa un chilometro la linea Adriatica per Foggia, la abbandona puntando verso Ovest. Mantenendosi sostanzialmente in linea retta e pianeggiante, la linea dopo 8 km transita per la ex fermata di Monte Altino. Dopo una leggera deviazioni verso Sud, la linea tocca la fermata di Canne dopo 12 km. Successivamente transita al km. 15 per la ex stazione di Casalonga, continuando attraverso una zona di piena campagna. Dopo una curva, la linea punta verso Sud, e con una leggera salita giunge alla stazione di Canosa di Puglia dopo 25 km. Lasciata Canosa, la linea continua a puntare verso Sud e verso le propaggini delle colline delle Murge. In leggera salita tocca la ex fermata di Cefalicchio al km. 33 per poi puntare sul centro di Minervino Murge di cui tocca la stazione dopo 44 km e dopo aver affrontato una bella salita con pendenze del 20 per mille. Lasciata Minervino, la linea punta verso Sud-Est inoltrandosi in una zona scarsamente abitata. In leggera salita tocca prima la ex stazione di Acquatetta dopo 53 km e poi la ex fermata di Paredano dopo 60 km. Con una decisa curva verso Ovest, la linea giunge a lambire la ferrovia proveniente da Gioia del Colle con la quale entra affiancata nella stazione capolinea di Spinazzola dopo circa 66 km. |
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L'orario della linea nel 1938 |
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RFI nel 2005 ha attuato
vari lavori di ammodernamento, abbassando leggermente i tempi di
percorrenza. Attualmente il servizio è garantito dalle ALn 668.1900 del DL
di Foggia in composizione singola, ma quell’automotrice è sempre piena,
soprattutto d’estate quando centinaia di turisti si recano a Canne tramite
la ferrovia, ben pubblicizzata dal Comune di Barletta. |
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L'orario della linea nel 1955 |
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L'orario della linea nel 1975 |
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Ecco alcune immagini della situazione attuale della linea. Cliccando sul nome nella tabella che segue è possibile accedere alle schede relative con foto e notizie sulla situazione pregressa e quella attuale. |