Le linee ferroviarie |
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LA FERROVIA BENEVENTO - BOSCO REDOLE - CAMPOBASSO |
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Ferrovia dal percorso tortuoso, la Benevento - Campobasso doveva costituire nelle intenzioni dei progettisti, un'alternativa alle altre trasversali di collegamento fra il Tirreno e l'Adriatico. Ma nella realtà non ebbe mai questo compito, restando relegata tra le linee di interesse esclusivamente locale, a rischio di chiusura per lo scarso traffico. Ma una buona integrazione con i mezzi su gomma ed uno sfruttamento a fini turistici (Pietrelcina, Morcone e Sepino tra i centri attraversati) costituirebbero un'occasione di rilancio e di sviluppo per questa ormai ultracentenaria ferrovia che invece è sospesa da circa un anno per frana.
Indice |
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Planimetria della linea ferroviaria Benevento - Campobasso |
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Mentre tormentata fu la storia dei progetti delle altre linee ferroviarie molisane, piuttosto concordi erano i pareri sulla costruzione di una ferrovia che collegasse il basso Molise a Napoli: era abbastanza ovvio che l'unica via più facilmente percorribile, per il minor numero di asperità era quella che portava a Benevento. L'assenza inoltre di centri abitati di una certa importanza fece si che, a differenza degli altri tracciati, poche fossero le dispute campanilistiche per far passare il tracciato della ferrovia per un centro piuttosto che per un altro. Ma fu soprattutto la spinta di alcuni deputati che presentarono la linea come necessaria per consentire il collegamento di Roma e del Molise interno alla Puglia: si giunse così all'approvazione del progetto nel 1879 ed all'immediato inizio dei lavori. Il 1° settembre 1881 venne inaugurato il primo breve tratto fra Benevento e Pietrelcina di km. 13+268. Pochi mesi dopo, il 12 febbraio 1882, la linea arrivò fino a S. Giuliano del Sannio per ulteriori km. 47+600. Il 2 luglio 1882 la linea venne aperta fino a Vinchiaturo allungandosi ancora di km. 10+970. Infine dopo alcuni mesi venne aperto prima il tratto Vinchiaturo - Baranello (1 marzo 1883) di km. 4+280 e poi l'ultimo tratto fino a Campobasso (5 agosto 1883) di km. 8+190. Il servizio regolare iniziò il 21 settembre 1883. In meno di due anni la ferrovia era ormai completa e pochi mesi dopo (ad ottobre) giunse a Campobasso anche la linea da Termoli rendendo quindi possibile il collegamento diretto fra quest'ultima località e Napoli. La linea, appena inaugurata, poteva contare sulle seguenti stazioni e fermate partendo da Benevento: Benevento Acquafredda (fermata), Pietrelcina, Cese (fermata), Pescosannita - Fragneto L'Abate, Fragneto Monforte, Campolattaro, Pontelandolfo, Santa Maria Colle Serra (fermata), Morcone, Santa Croce del Sannio, Sassinoro (fermata), Sepino, San Giuliano del Sannio, Vinchiaturo, Baranello. Nella realtà le cose non andarono mai troppo bene per questa linea tanto che già nel 1892, in una relazione del comune di Campobasso sullo stato dei trasporti in Molise, si legge che essa non ha migliorato assolutamente le condizioni di trasporto avendo orari assurdi e spezzati, senza treni diretti, con rare coincidenze con le altre ferrovie ed un percorso tortuoso e pieno di curve. In pratica la stessa situazione che si riscontra ancora oggi. Ma andiamo con ordine. Inizialmente i collegamenti, affidati alla trazione a vapore, erano in numero di tre corse giornaliere che impiegavano diverse ore per collegare i due capolinea. Non esistevano collegamenti diretti con Napoli. Il 1° agosto 1894 venne inaugurato il bivio Bosco Redole ove giungeva la linea da Vairano e Venafro. Con il passare del tempo e l'avvento delle prime automotrici diesel (ALn56 e 556) i servizi migliorarono sia nella frequenza che nei tempi di percorrenza. La seconda guerra mondiale non portò grossi danni alla linea, lontana da punti strategici per cui il servizio riprese in breve tempo dopo il conflitto. Ritornata alla normalità il numero di corse giornaliere giunse fino ad una decina negli anni '60 e '70. Venne anche istituito un servizio diretto fra Napoli e Campobasso denominato "Freccia del Molise" in partenza al mattino da Campobasso e nel primo pomeriggio da Napoli. Per velocizzare al massimo tale collegamento, esso venne instradato attraverso la linea della Valle Caudina. Vennero anche istituiti uno o due collegamenti diretti fra Benevento e Termoli, ma nella realtà la trasversale Napoli - Benevento - Campobasso - Termoli non funzionò mai a causa del percorso tortuoso e dei tempi di percorrenza lunghissimi. Per questo la linea rimase di importanza esclusivamente locale. I convogli vennero nel frattempo affidati alle ALn668. Agli inizi degli anni '80 il numero di corse giornaliere calò ad 8 con fermata in tutte le stazioni salvo alcune (Sassinoro, Santa Maria Colle Serra, Cese e Benevento Acquafredda) ove fermava solo un numero limitato di convogli. Agli inizi degli anni '90 si provvide a diversi lavori di regolarizzazione della linea con l'eliminazione del binario d'incrocio in diversi impianti ed in particolare a San Giuliano del Sannio, Campolattaro e Pescosannita - Fragneto l'Abate. Venne inoltre soppressa la fermata di Benevento Acquafredda, mentre tutti gli impianti vennero anche resi impresenziati ad eccezione di Bosco Redole che aveva funzione di bivio. Intanto il servizio nei giorni festivi venne soppresso, mentre il numero di corse, nei giorni feriali, diminuì gradatamente fino a 5 coppie nel 1994, a 3 nel 1995 e a 2 nel 1996 (una nella prima mattinata ed una nel primo pomeriggio). Non venne però abolita la corsa diretta su Napoli, sebbene i tempi di percorrenza si allungarono spropositatamente in quanto instradata via Caserta: non assunse neanche più la denominazione di "Freccia del Molise", assunta invece da un altro convoglio instradato via Isernia - Vairano. Ridotta ai minimi termini, schiacciata dalla concorrenza dei servizi su gomma velocizzati anche dall'apertura della nuova statale Campobasso - Benevento, la ferrovia perse ogni importanza. Tuttavia la linea continuò a sopravvivere fino ai giorni nostri anche grazie al fatto che diverse automotrici diesel in servizio nel Molise vengono ricoverate al deposito di Benevento e quindi la linea serve per l'invio di materiali a vuoto. Tra il 2000 ed il 2001 vennero realizzati importanti lavori per la regolarizzazione del bivio Bosco Redole, fino ad allora costituito da un semplice scambio senza binari di precedenza: a seguito dei lavori venne creato un binario di precedenza e migliorato l'impianto e i binari così anche da rendere più veloce il transito dei convogli. In tale impianto continuò a fermare un solo convoglio di questa linea fino al 2003 poi il servizio viaggiatori venne soppresso. Un nuovo sussulto per la linea si ebbe agli inizi del 2000 quando vennero istituiti dei servizi diretti straordinari tra Napoli e Pietrelcina con bus navetta da quest'ultima stazione al paese, il tutto per celebrare Padre Pio da Pietrelcina, poi diventato Santo. Per tale occasione la stazione di Pietrelcina venne persino resa presenziata, cosa che è rimasta a tutt'oggi sebbene i convogli straordinari non siano stati più effettuati. Peccato perché l'esperimento dei treni diretti Napoli - Pietrelcina ebbe un buon successo per diversi mesi: poi, senza ragione, venne terminato. Ed è stata un'altra occasione persa per rilanciare questa linea, oggi agonizzante. E pensare che il Comune di Pietrelcina ha persino sospeso i bus navetta che collegavano il paese alla stazione, sebbene una cartello al di fuori della stazione ne ricordi la presenza. E ci è stato confermato in loco che più volte sono giunti in ferrovia diversi pellegrini, convinti di trovare un mezzo che poi li portasse al paese (come esiste in ogni paese civile e che ha rispetto del turismo). Meno male che l'ospitalità della gente del luogo o di autobus turistici di passaggio ha consentito ai malcapitati di raggiungere il centro abitato! Con l'entrata in vigore del nuovo orario 2006, la linea ha visto il numero di corse passare da 2 a 3 con la soppressione dell'ormai inutile servizio diretto su Napoli. Alle due corse già esistenti, infatti, è stata aggiunta una corsa a metà mattinata. Ma tale introduzione è durata poco, in quanto con il nuovo orario in vigore dal 10 giugno 2007, la corsa di metà mattinata è stata nuovamente soppressa riportando a due i collegamenti feriali. Con l'orario 2008 sono state soppresse le fermate di Santa Maria Colle Serra e Campolattaro. Nelle fermate di San Giuliano del Sannio, Sassinoro, Pescosannita - Fragneto l'Abate e Cese effettuava fermata una sola coppia di treni al giorno, mentre negli altri impianti fermavano tutti i convogli. Il colpo definitivo per la chiusura della linea (nella tratta fra Bosco Redole e Benevento) è arrivato a febbraio 2013: a causa di movimenti franosi nella zona di Santa Croce del Sannio, la linea è stata chiusa al servizio ferroviario. Sebbene la ferrovia risulti sospesa, non si ravvede al momento alcuna intenzione di effettuare i necessari lavori di ripristino e la successiva riapertura. |
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Coppia di ALn668 in servizio a Baranello |
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Riguardo ad un possibile sviluppo futuro di questa linea, semmai ci fosse la volontà di riaprirla dopo aver effettuato i necessari lavori di ripristino, la prima iniziativa potrebbe essere quella di istituire servizi integrativi con orari competitivi non solo nei due capolinea. Pensiamo ai diversi centri che potrebbero gravitare su stazioni come Pietrelcina, Pontelandolfo, Sepino, ad esempio, senza invece ingolfare i capoluoghi Campobasso e Benevento. Un'altra risorsa importante di questa linea è rappresentata dal turismo che potrebbe essere sfruttato con convogli dedicati, magari con servizi diretti da Napoli e da Campobasso. Luoghi che hanno una valenza turistica lungo la linea sono principalmente:
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Resti di un segnale ad ala nei pressi di Fragneto Monforte |
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Viadotto ferroviario nei pressi di Fragneto Monforte |
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Nel corso dei diversi sopralluoghi abbiamo realizzato diverse immagini della situazione attuale della linea. Esse sono presenti in altra pagina cliccando qui. |
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Casello ferroviario in disuso lungo la linea |
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Per informazioni e contatti: info@lestradeferrate.it |