- All'indomani
dell'alluvione la linea si trovò in condizioni pietose. Ripristinarla
sarebbe costato cifre enormi: basti pensare che soltanto per la
ricostruzione della sede su cui riposare l'armamento sarebbe costato
qualcosa come 60 miliardi delle vecchie lire! In certi tratti
addirittura sarebbe stato impossibile ricostruire sulla vecchia sede
perché il Tanaro aveva modificato l'orografia dei luoghi cancellando
le colline sui cui fianchi la linea correva. Sarebbe stato il caso del
tratto Bastia Mondovì - imbocco galleria Peyron verso Niella ove si
sarebbe reso necessario spostare di almeno 2 km la linea verso
l'interno di una galleria alla destra del vecchio tracciato! Il tutto
dopo solo 2 anni dall’installazione del DCO/CTC che costò intorno agli
8/9 miliardi di vecchie lire.
- Prima della
chiusura, la frequentazione della linea non era eccezionale, essendo i
viaggiatori per la maggior parte composti da pendolari e studenti in
servizio locale. Di sicuro chi doveva fare viaggi più lunghi si
serviva della linea Torino-Savona via Fossano, con treni più frequenti
e veloci, oltre ad essere più breve come percorrenza (64 km contro
70). La maggior parte delle stazioni era ubicata nei paesi o nei
pressi: la stazione di Monchiero-Dogliani era nel centro paese di
Monchiero mentre per Dogliani esisteva un collegamento con autobus in
coincidenza con tutti i treni; Farigliano stazione era a circa 250
metri dal centro paese; Carrù-Clavesana era nel fondovalle vicina al
paese di Clavesana e 2 km più in basso rispetto a Carrù; Bastia
Mondovì era nel centro del paese; Niella Tanaro era invece isolata
vicino a dei boschi e più in basso rispetto al paese.
-
- Negli ultimi
tempi di attività della linea, l'orario ferroviario prevedeva
principalmente le corse Torino-Ceva e viceversa. Esistevano pure
alcune corse Carmagnola-Ceva e diretti Torino-Savona. Vi circolavano
le E646 con carrozze a due piani, locali con E636 e carrozze tipo
1959. Negli ultimi anni post DCO (dal settembre 1992 al novembre 1994)
esclusivamente Ale724.
-
- Dopo
l’alluvione, la linea non venne più ripristinata. E’ comunque rimasta
in funzione, in regime di raccordo per tradotte merci, la tratta
Bra-Cherasco per consentire di raggiungere l’azienda "SICOM
Containers S.p.a.". Il tratto Cherasco-Narzole risulta ancora
armato ed elettrificato per permettere il raggiungimento saltuario
della sottostazione elettrica di Narzole, che alimenta le linee aeree
delle linee del basso cuneese. Risulta invece de-elettificata e
disarmata la restante tratta da Narzole a Ceva. Il servizio
viaggiatori viene svolto da un autoservizio sostitutivo con 5-6 corse
feriali che effettuano fermata presso quasi tutte le stazioni della
linea. A tal scopo, le fermate sono state dotate di una pensilina per
l’attesa dei viaggiatori.
IL TRACCIATO
- Di seguito
riportiamo il resoconto di un viaggio fotografico sulla Bra – Ceva, un
reportage alla scoperta di quello che ne rimane al giorno d’oggi.
- Partendo da Bra
la ferrovia attraversa il fiume Stura di Demonte per mezzo di un ponte
in muratura a sei archi di 20 metri di luce cadauno, raggiungendo la
stazione di Cherasco. La stazione di Cherasco è impresenziata
ed automatizzata. E’ servita da tre binari antistanti il fabbricato
viaggiatori ed è dotata di uno scalo merci costituito da alcuni binari
tronchi occupati dai carri merci al servizio della SICOM Containers
S.p.a. Una tradotta trainata da 245 a bielle oppure da D145 collega
quotidianamente l’azienda con Cherasco, mentre un paio di volte alla
settimana i carri vengono avviati verso Torino Orbassano con E633.
- Il
servizio di manutenzione termina il suo lavoro presso questa
stazione curata e tenuta in ordine come se ci fossero passeggeri (è
ancora presente l'obliteratrice!). Dalla successiva stazione di
Narzole in poi tutto cade nel dimenticatoio...
- La stazione di Narzole si trova alla periferia Est dell'abitato ed è accessibile da
una strada asfaltata. Non è presenziata e tutto giace in stato di
abbandono tranne la sottostazione elettrica dove termina il binario
e dove raramente giunge qualche motocarrello/draisina per le
manutenzioni.
- Oltrepassato il fiume Tanaro per mezzo di un ponte
misto stradale-ferroviario in pietra a tre archi (ora solo
stradale), si giunge alla stazione di Monchiero-Dogliani. La
stazione presenta ancora il fabbricato viaggiatori con l'atrio, la
biglietteria, la sala d'attesa ed i locali di servizio per il
personale, mentre al piano superiore si trovavano gli alloggi.
- Fra ponti di
varia tipologia e brevi gallerie si incontra la stazione di
Farigliano. Si trova ad Ovest dell'abitato ed è facilmente
accessibile percorrendo la massicciata dal passaggio a livello. La
stazione giace in completo stato di abbandono ed è stata
vandalizzata al suo interno. Sul muro esterno è stata scritta una
frase che lascia pochi commenti...
-
La stazione successiva di Carrù-Clavesana è invece adibita a
birreria che mantiene buono lo stato di conservazione del fabbricato
viaggiatori. Da notare che, diversamente dalle altre stazioni, poiché
la stazione si trova ad una certa distanza dalla strada statale
percorsa dall'autoservizio sostitutivo, la tettoia adibita a riparo
per l'attesa dell'autobus sostitutivo non si trova nei pressi del
manufatto, ma lungo la statale stessa e servizi igienici erano
ricavati all'interno del fabbricato viaggiatori, in una delle ali di
testata.
-
Poco prima di giungere a Bastia Mondovì, il binario piegava
decisamente in direzione Sud-Est, e parallelamente ad esso si
innestava quello non elettrificato proveniente da Mondovì col quale,
attraversato il torrente Ellero per mezzo di un ponte in muratura a
due archi, entrava in stazione. A parte i due capolinea, Bastia
Mondovì era la stazione più importante della tratta in quanto da qui
aveva origine la ferrovia per Mondovì, chiusa nel 1986 dal decreto
“Signorile” come ramo secco. Era dotata di un serbatoio per il
rifornimento d'acqua e di un piccolo deposito. Anche qui come a Carrù
una birreria ha trovato posto all’interno di parte del fabbricato
viaggiatori, mentre la restante parte del pianterreno ed il piano
superiore è ormai regno incontrastato di gatti e colombi. Una bella
distesa di prato ha sostituito il piazzale dei binari…
-
-
-
Seguono le piccole stazioni di Niella Tanaro, Rocca Cigliè e Castellino Tanaro.
La prima è completamente abbandonata ed in cattivo stato di
manutenzione. La stazione di Rocca Cigliè è stata demolita poco tempo
fa a favore dell’allargamento della strada statale di fondovalle. Il
fabbricato viaggiatori di Castellino Tanaro è invece abitato.
- Un viadotto in muratura con i suoi nove archi di 6 metri di luce cadauno
e una breve galleria, precedono infine il capolinea di Ceva,
importante nodo ferroviario in servizio sull'asse
Torino-Fossano-Savona e dal quale ha origine la linea non
elettrificata per Ormea.
Articolo inserito il
7 febbraio 2005 |