LA
FERROVIA ALIFANA |
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IL PERCORSO DELLA LINEA "BASSA" |
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Planimetria del percorso della linea |
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IL PERCORSO DELL'ALIFANA BASSA Nonostante siano passati circa 30 anni dalla chiusura, il percorso dell'Alifana bassa è completamente ricostruibile e qualche traccia continua a persistere, talvolta un binario, talvolta un palo, addirittura qualche semaforo e naturalmente quasi tutti gli edifici delle stazioni. E allora seguiamo idealmente il vecchio percorso segnalando i siti più significativi dove ancora restano tracce, almeno fino ad oggi. L'Alifana aveva il suo primitivo capolinea napoletano in Piazza Carlo III° dinanzi al fabbricato che ancora oggi riporta la scritta originaria "Ferrovia Napoli - Piedimonte D'Alife" e quella pù moderna di "Ferrovia Napoli - Piedimonte Matese". Erano allora presenti due binari ove sostavano i treni viaggiatori (i merci si attestavano allo scalo merci a Via Don Bosco). Da qui i binari si riunivano in uno solo attraversando Piazza Carlo III° (dove oggi ci sono i giardinetti centrali) e dirigendosi in Via Don Bosco mantenendo la destra. Giunta all'altezza dell'attuale Istituto Don Bosco la linea si portava sulla destra ove oggi è un parcheggio chiuso da un cancello con la targa "Metrocampania Nord-Est": si tratta del vecchio Scalo merci, ove inizialmente si attestavano i treni merci dell'Alifana e che, dal 1955, divenne anche capolinea del servizio viaggiatori, essendo nel frattempo quasi scomparso il servizio merci. Ancora oggi si vedono i capannoni dello scalo, trasformati in buona parte negli uffici di "Metrocampania Nord-Est". Da qui la linea entrava in una breve galleria che sottopassava Via Don Bosco (l'imbocco è ancora visibile) per poi risalire verso la collina di Capodichino, sovrapassando Via Filippo Maria Briganti con un viadotto di cui sono ancora visibili due arcate. Continuando la salita la linea sbucava su Viale Maddalena, all'altezza di un mobilificio nel cui parcheggio restano alcuni pali della linea aerea. Continuando verso Capodichino parallelamente a Viale Maddalena, la linea raggiungeva la stazione di Capodichino, creata negli anni '70 per fungere da capolinea provvisorio. Nei pressi restano solo alcuni pali della linea aerea e tracce del binario. La linea poi scavalcava Calata Capodichino con un ponte, ancora in loco, per dirigersi parallelamente al Corso Secondigliano dove era ubicata la stazione di Secondigliano, ultimo capolinea napoletano dell'Alifana bassa prima della chiusura e oggi abitazione privata. Continuando sempre parallelamente al Corso Secondigliano, la linea attraversava Via Regina Margherita ove era ubicata una casa cantoniera, ancora esistente e trasformata in abitazione privata, diventata col tempo fermata facoltativa. Da qui la linea piegava leggermente verso Miano, passando alle spalle del cimitero di questo quartiere (restano tracce visibili del binario) e portandosi sul lato sinistro di Via Don Guanella fino alla stazione di Piscinola, ubicata ov'è l'attuale stazione della linea 1 della metropolitana napoletana. Anche per questo non vi sono più tracce visibili della linea. Il percorso proseguiva portandosi verso Cupa Filanda ove il tracciato si perde per un po' occupato da diverse abitazioni private. Lo si ritrova più innanzi con un sentiero che lambisce il deposito della linea 1 della metropolitana e attraversa la campagna per portarsi parallelamente a Via Santa Maria a Cubito fino ad attraversare Via Napoli, la strada che conduce a Mugnano. Qui era presente una casa cantoniera, ancora visibile, che occasionalmente svolse il ruolo di fermata facoltativa. Continuando, la ferrovia ricalcava la parte terminale di Via Bivio e poi Via Giovanni Falcone, ove era ubicata la stazione di Marano, non più visibile. Con un'ampia curva il percorso si faceva parallelo a Corso Italia e con un lungo rettilineo toccava la stazione di Mugnano, all'incrocio con la provinciale Mugnano-Calvizzano. La stazione è ancora visibile sebbene trasformata in abitazione privata. Lungo il percorso sono visibili diversi tratti di binario e alcuni pali della linea aerea. Il percorso seguiva poi l'attuale Corso Europa fino ad attraversare la Circumvallazione Esterna. Aldilà la linea proseguiva nel comune di Villaricca seguendo l'attuale Via Domenico Fontana. Entrava poi nel comune di Giugliano, attraversando Via Di Vittorio (ove sono visibili tracce di binario) e Via Pirozzi, oltre la quale era la stazione di Giugliano, distrutta alcuni anni fa. Uscita da questa stazione la linea attraversava Via Limitone, seguendo l'attuale Via Catullo, e Via Pozzo Nuovo fino all'attraversamento dell'importante Corso Campano ove era presente una casa cantoniera ancora esistente. Il percorso proseguiva parallelo all'attuale Via Primo Maggio e, salendo di quota, scavalcava Via Frezza con un ponte. Da qui la linea proseguiva nella campagna fino a giungere alla periferia di Aversa attraversando Via dei Cappuccini ove era presente una casa cantoniera, oggi distrutta. Successivamente lambiva l'ippodromo incrociando Viale Olimpico ove era ubicata una casa cantoniera, trasformata poi nella fermata di Aversa Ippodromo, oggi distrutta. Il percorso seguiva poi l'attuale Via Leonardo Da Vinci (tracce di binari e pali della linea aerea) fino a giungere alla stazione di Aversa. Gli edifici della stazione, sebbene in cattivo stato, sono ancora visibili. Dalla stazione di Aversa, la linea effettuava una lunga curva intorno alla città, toccando i centri della cintura aversana verso ovest. Uscita così da Aversa, la linea seguiva l'attuale Via Toti entrando in Lusciano ove era un'altra stazione, oggi abitazione privata. Si proseguiva ancora verso Trentola ove era un'altra stazione oggi luogo di culto. Da qui il percorso segue la Via Ex Alifana toccando la fermata di San Marcellino, ancora esistente e trasformata in bar. Successivamente la linea attraversava la statale Aversa - Casal di Principe ove era una casa cantoniera oggi distrutta e sottopassava la linea ferroviaria Napoli-Roma, entrando in Frignano: qui era ubicata un'altra stazione. Poco prima della stazione troviamo ancora in sito uno dei reperti più curiosi della linea: un semaforo posto su un palo della linea aerea. Il percorso dell'Alifana proseguiva poi portandosi a Casaluce, ove era una stazione, oggi diroccata. Da qui il percorso raggiungeva l'Appia ponendosi parallelamente a quest'ultima nel punto in cui era ubicata la stazione di Teverola. Proseguendo lungo l'Appia, la linea attraversava Via delle Fabbriche (resti di binari e pali della linea aerea) ove era posta una casa cantoniera. Raggiungeva poi il ponte sui Regi Lagni ove era posta la stazione omonima della quale non resta traccia. Ed ancora un'altra casa cantoniera, oggi demolita, era posta all'incrocio dell'Appia con la strada per San Tammaro e Capua nella località denominata Capo Spartivento. Continuando in maniera rettilinea, la linea giungeva a Sant'Andrea dei Lagni ov'era la stazione di Santa Maria Capua Vetere-Sant'Andrea dei Lagni, divenuta terminale nel dopoguerra. La stazione è ancora oggi visibile. Aldilà della stazione, due binari verso sinistra conducevano al deposito dell'Alifana ed all'area alle spalle della stazione FS di Santa Maria C.V. Un altro binario verso destra proseguiva, fino alla seconda guerra mondiale, per Capua lambendo Santa Maria Capua Vetere. Uscito dalla stazione il binario saliva di quota fino a scavalcare la linea FS Napoli-Cassino per poi ridiscendere dalla parte opposta fino all'incrocio fra le attuali via Kennedy e via Melorio ove era ubicata la stazione di Curti, oggi scomparsa. La ferrovia proseguiva attraversando Via Caserta ove era ubicata la stazione di Santa Maria città-San Pietro, anch'essa scomparsa. Infine seguendo quella che oggi è Via Don Sturzo si giungeva nell'area di Via Antonino Pio ove era la vecchia fermata di Anfiteatro, oggi scomparsa. Da qui il percorso attraversava l'area della piscina comunale, lambiva le mura della Manifattura Tabacchi per ricongiungersi a quello che poi sarà il percorso attuale. Pochi chilometri oltre si giungeva alla Biforcazione ove dalla linea principale per Piedimonte Matese, si staccava il tronco per Capua: oggi non esiste più la biforcazione nè alcuna traccia di eventuali edifici presenti all'epoca, ma resta solo un sentiero per circa un chilometro che segue il tracciato della vecchia linea. Una casa cantoniera ancora esistente era sulla strada per Sant'Angelo in Formis, oltre la quale la linea entrava in Capua lambendo il fiume Volturno e giungendo alla stazione terminale, oggi abitazione privata, lungo Via del Pomerio.
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